Caspoggio, addio allo sci
Snowpark per famiglie

Gli impianti non riaprono ma l'amministrazione comunale, per ora, ha deciso di limitare il proprio intervento alla realizzazione dello snowpark nella parte bassa del paese, quella che da Sant'Antonio scende a valle

CASPOGGIO - L'addio di Caspoggio allo sci è quindi definitivo. I distinguo sono stati molti, ma, alla fine, il consiglio comunale di Caspoggio, giovedì sera, ha deciso sul futuro turistico della località. All'unanimità, i consiglieri hanno votato un documento in cui si è deliberato di «promuovere il rinnovamento della stazione turistica, anche mediante una valorizzazione dell'area adiacente al paese...». Che, tradotto, significa che gli impianti non riaprono ma l'amministrazione comunale, per ora, ha deciso di limitare il proprio intervento alla realizzazione dello snowpark nella parte bassa del paese, quella che da Sant'Antonio scende a valle.

A spingere in questa direzione, è la convinzione, ma, anche, ragioni di opportunità, considerato che Caspoggio è parte di un'Unione della Valmalenco che ha già condiviso il progetto di valorizzazione della parte bassa dell'area sciabile, presentato e discusso in Provincia. «Bisogna considerare - ha insistito Ugo Agnelli, assessore al turismo di Caspoggio e consigliere provinciale - che il momento è particolare. Presto avremo le elezioni a Chiesa e non si sa chi vincerà. Potrebbero anche cambiare gli assetti dentro l'Unione. E in Provincia? Chi lo sa».

Insomma, la maggioranza, dopo aver recitato anche una sorta di mea culpa davanti all'assemblea, circa 130 i cittadini e convalligiani convenuti, ha consigliato cautela in questa fase, per quanto, non abbia snobbato neppure la proposta di rilancio della stazione sciistica giunta dalla minoranza consigliare di Danilo Bruseghini e Oscar Pegorari, del gruppo "Caspoggio solidarietà e sviluppo".

Anzi. Sia il sindaco sia Agnelli sarebbero favorevoli a un rilancio vero della stazione e dei suoi impianti, insistendo per l'utilizzo di tutta l'Avanzi-Motta. «I tempi sono stretti anche per via delle elezioni in arrivo che creano incertezza - ha detto il sindaco - e, per fare un'analisi di sostenibilità dello sviluppo di tutta l'area sciabile occorre tempo. Ma si tratta anche di capire dove vogliamo arrivare. Se si punta a un turismo più agonistico o a uno più turistico: gli operatori non sono concordi sull'argomento». In sala si sono espressi il responsabile dei maestri di sci, Marco Angelini, e un suo collega, dicendosi convinti che debba essere lasciato più opportunità ai turisti. «Gare sì - hanno detto -, ma entro certo limiti. Altrimenti la gente non torna più».

Chiara la visione di Giorgio Balgera, di Sondrio, intervenuto in veste di turista. «Venivo qui a Caspoggio da bambino e ci venivo con i miei figli - ha detto -. Credo di poter rappresentare il vostro turista ideale. Tempo fa qui si poteva sciare tranquillamente. Le gare finivano alle 11 e, poi, si poteva salire in seggiovia a prezzi scontati e sciare tranquilli. Ma vi dico che i miei figli a sciare sulla pista bassa che intendete realizzare, tutta all'ombra, non li porto. Poi non salgo nemmeno al Palù. Andrò all'Aprica».

Ciò di cui non sono affatto, convinti, i caspoggini, poi è il rapporto futuro con l'imprenditore Vismara, che ha deciso di chiudere gli impianti. Secondo Tito Pegorari, consigliere provinciale, e il gruppo "Caspoggio Insieme" di Arif Negrini, «andrebbero verificate le sue responsabilità prima di ogni trattativa». Resta il fatto che, per ora, l'amministrazione Negrini è stata autorizzata dal consiglio a caldeggiare lo sviluppo della parte bassa del paese e a realizzare la Pista delle Valli (1.300 metri di sviluppo) che conduca fino al sovrappasso. Costo 300mila euro comprensivo anche di un tunnel di attraversamento per favorire il rientro alla seggiovia. Oltre ad altri 100mila euro per aumentare la capacità della condotta che porta l'acqua da Cavaglia a Piazzo Cavalli.

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