Scuole dell’infanzia paritarie,
approvati i contributi regionali

Assegnati 34 milioni per gli anni scolastici 2023-2024, 2024-2025 e 2025-2026. I commenti positivi dei consiglieri regionali di maggioranza di Lecco e Sondrio Giacomo Zamperini (FdI), Mauro Piazza e Silvana Snider (Lega)

Sono stati approvati oggi dal Consiglio regionale della Lombardia gli indirizzi per l’assegnazione dei contributi regionali a sostegno delle Scuole dell’infanzia paritarie non comunali, per il periodo di programmazione scolastica 2023-2026. Regione Lombardia sostiene, con un proprio intervento finanziario, l’attività delle Scuole dell’infanzia paritarie non comunali con l’obiettivo di contenere le rette a carico delle famiglie. In provincia di Lecco sono 91 le scuole dell’infanzia paritarie e, con l’approvazione delle linee di indirizzo, viene consolidata la rete dei servizi educativi erogati a favore dei bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni.

L’assegnazione dei contributi per gli anni scolastici 2023-2024, 2024-2025, 2025-2026 è pari a 34 milioni. Il contributo regionale sarà erogato alle Scuole dell’Infanzia sulla base dei dati acquisiti dall’Ufficio scolastico regionale: il 50% delle risorse regionali è attribuito in rapporto al numero di Sezioni presenti sul territorio, il 20% delle risorse regionali è assegnato in base al numero degli alunni, il 30% dello stanziamento regionale è attribuito sulla base del numero delle sedi.

Positivi i commenti dei consiglieri regionali di maggioranza di Lecco e Sondrio. «In Lombardia - spiega il consigliere di Fratelli d’Italia Giacomo Zamperini (nella foto) - su 1.505 Comuni ci sono 503 Comuni dove esiste solamente la scuola infanzia Fism. In un periodo di consolidamento del bilancio, come quello che stiamo vivendo, dove siamo chiamati a gestire le risorse con oculatezza - prosegue -, vogliamo dare un segnale forte di attenzione ad una realtà che svolge un servizio davvero sussidiario ed essenziale per il nostro territorio. Senza il sostegno di Regione Lombardia - dice ancora Zamperini -, queste associazioni, avrebbero dovuto affrontare da sole il difficile contesto socioeconomico ed i vincoli previsti dalle leggi di bilancio statali, arrivando ad aumentare notevolmente le rette, scaricando così sulle famiglie i costi sociali».

Le scuole dell’infanzia paritarie, unitamente a quelle gestite dai Comuni, coprono il 57% del servizio su tutto il territorio regionale, scolarizzando oltre 100mila bambini e assicurando ad altri 15mila la possibilità di frequentare un servizio 0-3 aggregato alla Fism. Molte di queste scuole garantiscono un servizio nei piccoli Comuni, ubicati nelle valli, e nelle zone Montane e in realtà periferiche.

«Nonostante il difficile contesto socioeconomico - afferma Mauro Piazza, sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia -, la giunta regionale garantisce il sostegno alle Scuole dell’infanzia paritarie non comunali attraverso specifici finanziamenti previsti con risorse autonome, al fine di garantire la più ampia offerta di servizi sul territorio, consentendo nel contempo, il contenimento dei costi per le famiglie: un sostegno importante per queste realtà educative del nostro territorio alle quali riconosciamo la funzione sociale e formativa svolta».

Secondo il consigliere regionale della Lega Silvana Snider, «in Lombardia esiste un solido e capillare apparato di scuole dell’infanzia paritarie che colma, ogni anno, le carenze del servizio pubblico offrendo una ampia scelta alle famiglie per istruire i propri figli e, in alcuni casi, sono anche l’unica offerta per l’infanzia nei territori di montagna garantendo inoltre alle donne la possibilità di conciliare famiglia e lavoro. Purtroppo - continua -, nel 2024 c’è chi, a sinistra e nel Pd, ragiona ancora con la vecchia visione ideologica di rivalità tra scuole pubbliche e private contrapponendo ricchi e poveri, dimenticando però il ruolo sociale e indispensabile delle paritarie che sono realtà educative che collaborano e si completano con il pubblico».

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