Tante neve, Giro a rischio allo Stelvio

Pericolo valanghe, il percorso della tappa da Livigno a Santa Cristina in Valgardena potrebbe cambiare. Si pensa a una soluzione alternativa con il passaggio dall’Umbrailpass. La scelta definitiva a ridosso del 21 maggio

Il percorso della sedicesima tappa del Giro d’Italia in programma martedì 21 maggio, la Livigno-Santa Cristina in Valgardena, potrebbe subire cambiamenti. A forte rischio è il passaggio sullo Stelvio, la Cima Coppi di questa edizione, che i girini dopo la partenza dal piccolo Tibet affronteranno nella prima parte una volta già messi nelle gambe i passaggi al passo d’Eira e al Foscagno e prima di affrontare passando da Semogo e Isolaccia la discesa verso Bormio: «Sullo Stelvio il pericolo valanghe è ancora troppo elevato - sono le parole di ieri pronunciate da Olaf Reinstadler, presidente della locale commissione valanghe affidate a un comunicato stampa ufficiale che ha raggiunto ieri la carovana impegnata nella cronometro di Perugia-, il problema non è la strada, ma lo sono i pendii sovrastanti che sono ancora pieni di neve e con le temperature elevate di questi giorni possono dare vita a distacchi spontanei».

A questo punto tocca agli organizzatori di Rcs Sport decidere se cambiare percorso per la tappa del 21 maggio, un appuntamento che ormai si fa sempre più vicino dato che manca appena una decina di giorni. Per il momento nessuna dichiarazione ufficiale è ancora giunta. Una scelta verrà fatta a ridosso della tappa, in base allo sviluppo delle condizioni climatiche e ai suggerimenti dei tecnici.I vertici di Rcs Sport, con il direttore del Giro Mauro Vegni in testa, stanno chiaramente monitorando la situazione, come da prassi, con la priorità di garantire la sicurezza per tutti i partecipanti alla corsa e alla carovana.

In attesa di conoscere se nei prossimi giorni sarà effettuato un nuovo sopralluogo già ieri ha cominciato a farsi insistente una possibile soluzione alternativa che dopo la partenza da Livigno vedrebbe la corsa passare dall’Umbrailpass (nuova Cima Coppi con i suoi 2503 metri). Discesa verso la Val Monastero, in Svizzera, e rientro in Italia dal Passo Tubre, dal quale si rientrerebbe in Val Venosta sul percorso originario. Ma questo al momento è niente di più che un possibile piano B da poter mettere in pratica una volta assunti pure i dovuti permessi dalle competenti autorità svizzere. Confermato invece il programma della Manerba del Garda-Livigno, di 220 chilometri, di domenica 19 maggio.

Oltre ad essere la più lunga del Giro d’Italia è anche tra le più interessanti e difficili dell’intera competizione visto il dislivello complessivo di ben 5.300 metri. Tappa di alta montagna a cinque stelle alla fine della seconda settimana prima del giorno di riposo. Si superano cinque salite con il solo intervallo della Val Camonica la cui risalita rappresenta l’unico momento di “respiro”. Si scalano poi la salita di Lodrino seguita dall’inedito Colle San Zeno la cui discesa è molto lunga e impegnativa. Si risale la Val Camonica da Pisogne fino a Edolo per scalare il Mortirolo dal versante di Monno e scendere in Valtellina.

Lunga risalita fino alle porte di Bormio con la breve scalata delle Motte e dopo Isolaccia salita al Passo del Foscagno. Segue una breve discesa, e la salita finale composta dal Passo di Eira in cima al quale si segue una strada (asfaltata) larga sei metri che risale la pista del Mottolino che porta al traguardo.

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