"Ho preso i soldi per me
Non erano per Gianola"

Primi interrogatori e prime smentite: così si  difeso ieri l'ex direttore della Padania, Leonardo Boriani, interrogato dal gip di Milano Fabio Antezza, nell'ambito dell'inchiesta sul presunto giro di tangenti nella sanità lombarda.

Sondrio - Ha preso 5 mila euro dall'imprenditore Giuseppe Lo Presti, dicendogli che avrebbe dovuto girarli al direttore generale dell'ospedale della Valchiavenna, Luigi Gianola, ma "era solo una millanteria", perchè si vergognava di dirgli che li voleva lui "come regalia". Così si è difeso ieri l'ex direttore della Padania, Leonardo Boriani, interrogato dal gip di Milano Fabio Antezza, nell'ambito dell'inchiesta che due giorni fa ha portato in carcere sette persone per un presunto giro di tangenti nella sanità lombarda.

Secondo l'accusa, Boriani avrebbe fatto da "intermediario" tra Lo Presti e Gianola per una promessa tangente da 500 mila euro (le indagini hanno accertato solo il versamento di 5 mila euro). Nell'interrogatorio, però, come ha chiarito l'avvocato Raffaele Della Valle (l'altro difensore è Angelo Pariani), Boriani "ha ammesso di essersi interessato perchè Lo Presti potesse intervenire nell'appalto e lo ha raccomandato a Gianola", ma ha negato che quest'ultimo "abbia mai ricevuto denaro o una promessa di denaro dall'imprenditore".

Secondo il legale, il giornalista ha chiesto e ricevuto da Lo Presti 5 mila euro "millantando poi che dovesse darli a Gianola, perchè si vergognava di dirgli che li voleva lui come una sorta di 'regalià per il favore di aver messo in contatto i due". Nell'interrogatorio Boriani si è rammaricato e scusato, dunque, per avere 'tirato in ballò Gianola come destinatario dei soldi. Secondo la difesa, insomma, "al massimo ci può essere una ipotesi di turbativa d'asta, ma non di corruzione".

Solo per quest'ultima accusa Boriani è in carcere.

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