Crisi Frisia, i lavoratori
incontrano il prefetto

La difficoltà dell'azienda di acque minerali di Piuro arriva sul tavolo del prefetto di Sondrio e Carmelo Casabona è pronto a lavorare per trovare una soluzione.

Sondrio - I lavoratori di Frisia hanno chiesto aiuto al prefetto e ora Carmelo Casabona è pronto a lavorare per trovare una soluzione.

Ieri mattina i delegati Massimo Broggio, Alessandro Martelletti e Mirko Pedeferri, affiancati dai sindacalisti di categoria Vittorio Boscacci (Flai-Cgil), Danila Barri (Fai-Cisl) e dai confederali - c'erano il segretario generale della Cisl Mirko Dolzadelli e Giorgio Nana per la Cgil - hanno incontrato il prefetto. Sulla scrivania di Carmelo Casabona è stata depositata tutta la documentazione disponibile sulla crisi della fabbrica di Piuro. «Abbiamo illustrato al prefetto la situazione e le priorità - hanno spiegato -. Al centro della partita ci sono i salari, la necessità di un accordo di cassa integrazione e un futuro che deve essere basato sulla produzione di acque minerali: dobbiamo puntare al tavolo istituzionale, non c'è spazio per altre soluzioni e discussioni». Dalla Prefettura sono arrivate ampie garanzie di interessamento, almeno per un contatto con la proprietà, da mesi nessun contatto con i veritici di Frisia.

Al prefetto toccherà probabilmente il compito di identificare l'interlocutore in grado di rappresentare la proprietà.

Casabona si è subito attivato, passando dalle parole ai fatti. Oggi tocca al sindaco di Piuro, Paolo Lisignoli, il compito di discutere delle possibili soluzioni insieme ai vertici della Prefettura.

Ieri i lavoratori sono andati anche sotto l'ufficio di Lisignoli, il rappresentante delle istituzioni che ha assunto il ruolo di coordinatore delle iniziative, con un presidio simbolico finalizzato alla sinergia fra maestranze ed enti locali. Dalle prime ore della mattinata, hanno spostato la protesta sotto la sede del municipio, nel centro della frazione di Prosto. Nel corso della giornata, hanno raccolto la solidarietà di decine di cittadini, anche perché le scuole si trovano proprio nella zona del municipio. «L'attesa di una svolta è sempre più pesante: dopo mesi senza una lira i risparmi a disposizione sono sempre meno - hanno rilevato Boscacci e Barri -. In poche parole, ora i lavoratori non ce la fanno più. Dobbiamo ottenere miglioramenti concreti».

Per garantire un minimo reddito, nei prossimi mesi, ai lavoratori servirà la cassa straordinaria.

Emerge però un'ulteriore problematica. Secondo quanto si osserva in altri casi simili, dal momento dell'intesa a quello dell'approvazione in Regione passano almeno sei mesi. Sarebbe un periodo troppo lungo, insostenibile per diciassette famiglie che non vedono un euro da mesi. Al momento l'accordo che garantisce l'anticipo del pagamento della cassa integrazione da parte degli istituti bancari è scaduto. Questa carenza rappresenta un problema, ma la soluzione sembra vicinissima. «Nei prossimi giorni ci sarà il rinnovo dell'accordo per l'anticipo della cassa integrazione fra istituti di credito locali e amministrazione provinciale - annuncia dalla Cgil il segretario generale Giocondo Cerri -. Si tratta di uno strumento indispensabile per un numero rilevante di persone. Siamo nel momento peggiore della crisi e purtroppo non possiamo dire di essere arrivati nel punto più basso».

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