Crisi Frisia, ultimo appello
Ora si rischia il fallimento

Il rinvio della riunione del tavolo istituzionale in programma per ieri mattina ha fatto sorgere degli interrogativi. È stata inevitabile, di fronte all'annullamento dell'incontro, il porsi alcune domande sui motivi di questo rinvio

Piuro - «Adesso tocca al prefetto: noi continuiamo a sperare di evitare il fallimento di Frisia». Dopo settimane di lavoro silenzioso, sul caso dell'azienda di acque minerali di Santa Croce prende la parola il primo cittadino di Piuro, Paolo Lisignoli.

Il rinvio della riunione del tavolo istituzionale in programma per ieri mattina ha fatto sorgere degli interrogativi. È stata inevitabile, di fronte all'annullamento dell'incontro, la formazione di alcune domande sulle motivazioni di questo cambiamento ed è stato naturale chiedersi se fra le variabili ci sia l'identità del misterioso - il nome, dopo mesi di interessamento a Frisia, non è ancora stato diffuso pubblicamente - investitore ticinese. Di quest'imprenditore si sa solo che non è un industriale e che si presenta, insieme a due consulenti attivi sugli aspetti commerciali e finanziari, come un immobiliarista pronto a immettere capitali freschi nella società. Passare dalle case all'acqua minerale potrebbe non essere semplice, ma in municipio prevale la fiducia sul futuro produttivo dello stabilimento. «Lunedì la Prefettura ci ha comunicato che - vista la situazione abbastanza tesa - avrebbe voluto prendere in mano la situazione il prefetto Carmelo Casabona - spiega Lisignoli -. Ci ha fatto sapere di puntare sull'annullamento dell'incontro e di volere convocare una riunione. Alla guida di Frisia c'è ancora Franco Capanna. C'è stato un sostanziale ritardo: molti passaggi sono stati completati, ma l'iter non si è ancora concluso nei tempi previsti due settimane fa. Se l'incontro si fosse svolto, avremmo incontrato persone che non hanno ancora in mano l'impresa. Visto che i 17 lavoratori ora possono contare sulla cassa integrazione, non c'è motivo di affrettare i prossimi passaggi. Continueremo a fare il possibile, con la certezza di volere evitare il fallimento. Sarebbe l'epilogo peggiore».

Intanto per i lavoratori c'è l'accordo di cassa integrazione straordinaria. E si stanno affrontando alcuni aspetti burocratici che hanno reso necessaria un'ulteriore attesa per la riscossione dell'anticipo della cig dalle banche locali.

«Riteniamo opportuno assistere a una soluzione di questi problemi - rileva dalla Cgil Vittorio Boscacci, che ieri ha incontrato il sindaco -. Confidiamo nella collaborazione di tutti per evitare ulteriori difficoltà».

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