La Frisia nella morsa di Equitalia
Messi all'asta i mezzi e gli impianti

La Frisia nelle morse di Equitalia: cinque carrelli elevatori, cinque compressori e un serbatoio. Ma soprattutto una linea d'imbottigliamento e altri impianti utilizzati per la produzione di acqua minerale nello stabilimento della Frisia. Equitalia deve recuperare 280mila euro di tasse non versate.

Piuro - La Frisia nelle morse di Equitalia: cinque carrelli elevatori, cinque compressori e un serbatoio. Ma soprattutto una linea d'imbottigliamento e altri impianti utilizzati per la produzione di acqua minerale nello stabilimento della Frisia. In totale Equitalia deve recuperare 280mila euro di tasse non versate.


Andrà tutto all'asta lunedì a Piuro. È un altro colpo di Equitalia, la società incaricata della riscossione di tributi, contributi e sanzioni non pagate da famiglie e imprese. Per recuperare le somme richieste ai cittadini dallo Stato e dagli altri enti pubblici, Equitalia invia avvisi e cartelle di pagamento, documenti che contengono il dettaglio degli importi dovuti. Una procedura che, negli anni della crisi, è sempre più nota e utilizzata in tutto il Paese. Stavolta tocca all'azienda di Santa Croce che, da circa un anno, deve fare i conti con enormi difficoltà finanziarie e ora deve affrontare un pignoramento.


L'elenco dei beni in vendita è lungo e pesante. Gli elementi principali sono una linea di imbottigliamento - con decine di componenti - e un gruppo automatico composto da riempitrice, sciacquatrice e tappatore. Sono in vendita a 165mila e 70mila euro. Poi ci sono altri macchinari: cinque carrelli elevatori (per un totale di 7mila euro), cinque compressori (per una somma di 28mila euro) e un muletto (2mila), oltre a un macchinario semi-automatico da 10mila euro. In totale fanno 282mila euro.


Nel rispetto della procedura, la vendita e la consegna si faranno al miglior offerente sul valore della stima e dietro pagamento del prezzo offerto. Se lunedì alle 9,30 non ci sarà la vendita, martedì alla stessa ora ci sarà un secondo incanto e la vendita dei beni pignorati, con esclusione degli oggetti preziosi, avrà luogo al miglior offerente a un prezzo non inferiore alla metà di quello base del primo incanto. Se i beni resteranno invenduti si passerà a un terzo incanto a offerta libera. L'avviso è stato esposto in municipio e ha raccolto l'attenzione della cittadinanza.


Per il momento non sono emersi particolari sull'origine di questa ultima vicenda.


Mentre Equitalia non fornisce informazioni relative alle singole procedure, a tutela della privacy, il telefono della sede di Piuro suona a vuoto, nessuno parla né dà una spiegazione della nuova vicenda. Un passaggio che rischia di ridurre le possibilità di ripartenza dello stabilimento. Nei prossimi giorni si dovrebbe svolgere l'incontro al Tavolo istituzionale richiesto dai sindacati e convocato dal Comune. Intanto l'accordo di cassa integrazione sottoscritto a novembre per tredici settimane di stop a zero ore sta per scadere. Dal 2 febbraio non ci sarà più la copertura degli ammortizzatori sociali. Secondo le informazioni raccolte, gli ordinativi scarseggiano e non c'è motivo per considerare chiusa la necessità di cassa. Molto probabilmente ci vorrà una nuova intesa. Ma l'aspetto più critico è legato a una situazione finanziaria che ha ripercussioni pesanti sulle maestranze. I sindacati rilevano con amarezza che non sono state ancora pagate le mensilità di luglio, agosto e ottobre, oltre alla tredicesima. Per novembre e dicembre c'è la copertura della cassa integrazione.

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