Abusi edilizi a Madesimo
C'è una "gola profonda"

C'è una gola profonda nell'inchiesta su Madesimo. Un collaboratore prezioso che si è garantito un posto tra i possibili testimoni - nel caso si arrivasse a un processo - evitando così di finire indagato

Sondrio - C'è una gola profonda nell'inchiesta su Madesimo. Un collaboratore prezioso che si è garantito un posto tra i possibili testimoni - nel caso si arrivasse a un processo - evitando così di finire indagato.

Massimo riserbo sulle sue generalità e l'unica cosa che è data sapere è che quest'uomo ieri è stato il primo ad essere ascoltato dal sostituto Giacomo Puricelli. Gli altri - si parla di sette indagati - hanno dovuto attendere ore prima di essere sentiti.

Con gli interrogatori di ieri è entrata nel vivo l'inchiesta su Madesimo per concussione, corruzione e abusi edilizi.

C'è chi tra loro ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere - è il caso del tecnico comunale di Madesimo Ezio Gianera - difeso dagli avvocati Raffaele Pini del Foro di Sondrio e Marco Pievani del Foro di Bergamo - e chi invece ha accettato di rispondere alle domande del Pm, come ad esempio l'ex sindaco di Madesimo Pierluigi Scaramellini - difeso dall'avvocato Athos Dellamano. Non è dato sapere come hanno invece deciso di comportarsi gli altri indagati: i due imprenditori e soci Mario Buzzetti e Pierangelo Mazza, l'architetto Lorenzo Consalez (avvocato Mariagrazia Labianca di Milano); il collega Piero Luconi di Lecco e l'altro architetto il cui nome non è ancora trapelato (si sa però che è di fuori provincia).

I fatti contestati hanno origini lontane, a quando in giunta a Madesimo sedeva Scaramellini. Nessun addebito alla nuova giunta di Franco Masanti, né a quella dell'ex sindaco Paola Barri, che firmò la convenzione relativa all'operazione Torre, ovvero alla trasformazione dell'ex albergo da 15 piani in un condominio di sette (con annesso albergo che però non è ancora stato realizzato) e che oggi è finita - assieme ad altri presunti abusi edilizi - nell'indagine della guardia di finanza. «Come contropartita - afferma la Gdf - gli allora vertici del Comune, abusando del proprio potere avrebbero costretto i costruttori a revocare l'incarico conferito al proprio architetto di fiducia, affidando i 400mila euro di progettazione allo studio professionale in cui lavorava anche il figlio dell'ex sindaco e un suo socio (entrambi non sono indagati, ndr)».

A dire il vero l'indagine ha però preso il via per un'altra vicenda edilizia, quella che avrebbe consentito alle società di Mazza e soci di realizzare una notevole volumetria in centro al paese. Ad ostacolare l'intervento - a detta della Procura - una vecchia casa che poi andò bruciata: l'incendio fu doloso ma i responsabili non furono mai individuati. Quel piano di trasformazione non andò in porto, poiché la giunta in carica ha preteso che prima di dar corso alla costruzione del condominio privato, venisse realizzata la parte pubblica prevista dalla convenzione siglata dai privati con il Comune.

Stando agli inquirenti, a Madesimo negli anni 2004- 2011 «sarebbe da ipotizzare un sistema di connivenze tra amministratori, funzionari del Comune e imprenditori che avrebbe generato abusi edilizi per milioni di euro».

I finanzieri stanno passando al setaccio vecchie delibere comunali, contabilità private, appalti pubblici e concessioni edilizie.

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