«E' una strada maledetta
Rischiamo la vita tutti i giorni»

Sono i pareri dei dipendenti e i titolari delle aziende della zona artigianale di Chiuro dove lavorano e che giudicano quell'unio accesso alle loro aziende. Così c'è chi chiede la chiusura dell'incrocio (la strada è di proprietà privata di alcune fra le aziende presenti in quell'area) e chi, invece, sottolinea la necessità di tenerlo comunque aperto, mettendolo però in maggiore sicurezza

CHIURO - «Rischiamo la vita tutti i giorni quando veniamo al lavoro». Per Flora Folli, che insieme alla famiglia è titolare della Serigrafica Valtellinese, non ci sono dubbi: l'incrocio sulla statale 38 a Chiuro, teatro ieri del terribile incidente finito in tragedia con due morti, è sempre più pericoloso. Tanto che - sottolineano - occorre penare a rimedi definitiva. Anche se i pareri fra le aziende della zona sono diversi fra chi opta per la chiusura dell'incrocio (la strada è di proprietà privata di alcune fra le aziende presenti in quell'area) e chi, invece, sottolinea la necessità di tenerlo comunque aperto, mettendolo però in maggiore sicurezza.


«Quando arriviamo con l'auto dalla statale e mettiamo la freccia per indicare che svoltiamo - racconta Folli -, c'è sempre qualcuno che ti sorpassa e quasi ti finisce addosso. Quando, invece, dall'incrocio dobbiamo immetterci sulla statale in direzione di Sondrio, la prudenza deve essere doppia, fare sempre attenzione a chi arriva da Tirano, salvo poi ritrovarci quasi sempre un'auto in sorpasso dalla direzione opposta, rischiando così lo scontro frontale».


Quel tratto di strada, compreso fra la rotatoria di Chiuro e l'incrocio della località Fracia, è un rettilineo dove le auto accelerano senza neanche accorgersene. «Per questo siamo stati costretti a cambiare percorso, passando dalla strada che dal centro di Chiuro arriva dietro il comparto artigianale dove lavoriamo - prosegue Folli -. In pratica è la strada dove oggi (ieri, ndr) sono state fatte passare le auto per via della chiusura della statale».


Marco Verri dell'azienda Baltimore spiega che l'incrocio e la strada, che dalla Folini Arredamenti arriva alla statale 38, siano privati e realizzati a fine anni Settanta inizio anni Ottanta. «Contitolari della strada sono Samas, Folini, Baltimore insieme all'impresa Paganoni che ogni anno pagano un diritto ad Anas per l'incrocio - afferma -. In pratica è una strada privata ad uso pubblico. Purtroppo il numero degli incidenti mortali e quasi mortali sta aumentando e non si può proseguire in questo modo».


Che fare allora? «E' chiaro che per noi è comodo aver incrocio e strada che servono le nostre aziende, ma visto quanto sta accadendo sarei il primo a mettere la firma per chiedere di chiuderla», aggiunge Verri.


Di tutt'altro avviso Antonio Folini, imprenditore e titolare della ditta di arredamenti, l'esposizione con sede proprio nella stessa area.


«Assolutamente no, non possiamo chiudere strada e incrocio perché per la clientela sarebbe scomodo raggiungerci - sostiene -. Io stesso ammetto che l'incrocio è pericoloso, tant'è che alla mattina per arrivare in ditta imbocco la strada che dalla Fracia scende verso di noi, dove ci sono le corsie di accelerazione e di decelerazione, ma per i clienti sarebbe scomodo. Invece sarebbe necessario, alla luce degli incidenti che si verificano in questo punto, trovare altre soluzioni per rendere sicuro l'incrocio». Di certo una rotatoria è esclusa visto che c'è già pochi metri prima per entrare nel centro di Chiuro, anche la creazione di corsie di accelerazione e decelerazione sarebbe altrettanto difficile per una questione di spazi.

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