Inflazione, Lecco terza per rincari in regione

Lecco è la terza città in Lombardia per rincari, in termini di spesa aggiuntiva annua. Lo ha reso noto l’Istat. A risentire di più della crescita dei prezzi sono, come facilmente intuibile, le famiglie, specie se con più di un figlio.

A Lecco l’inflazione continua a correre. La nostra città, infatti, è la terza in Lombardia per rincari, in termini di spesa aggiuntiva annua (in ordine decrescente di spesa per famiglia media). L’Istat ha reso noti, nei giorni scorsi, i dati dell’inflazione di gennaio di tutte le città monitorate, sulla base dei quali l’Unione Nazionale Consumatori ha poi stilato la classifica delle città più care della Lombardia, in termini di aumento del costo della vita.

Il capoluogo manzoniano si trova sul gradino più basso del podio, con un’inflazione pari a +0,9% e una spesa supplementare pari a 236 euro annui per una famiglia tipo. Occupa invece il trentesimo posto nella classifica italiana. In testa alla graduatoria regionale, Varese (all’undicesimo posto della classifica nazionale), dove l’inflazione pari a +1,3% si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua equivalente a 363 euro per una famiglia media. Medaglia d’argento per Milano, dove l’inflazione dell’1,2% determina un incremento di spesa annuo pari a 343 euro a famiglia (tredicesimo posto in Italia). Sotto la media della Lombardia (+0,8%, pari a 217 euro) si collocano Lodi e Bergamo, al sesto posto, sotto la media italiana, Mantova; poi, ex aequo, Brescia e Pavia e Como. Chiude la classifica Cremona, la più virtuosa tra le città lombarde, dove l’inflazione è pari a zero.

“La crescita dei prezzi, anche nella nostra città, non intende fermarsi – sottolinea Roberto Erba, referente di Federconsumatori nella nostra provincia – Lo vediamo quotidianamente, all’interno di qualsiasi supermercato. O vengono diminuite le quantità offerte oppure crescono i loro costi. La gente è stufa, soprattutto nel Lecchese: la nostra città è senza dubbio, in Lombardia, tra quelle che si distinguono per gli aumenti tanto di inflazione quanto si spese supplementari. Fare i reclami non serve a niente – prosegue - siamo abbastanza rassegnati, non solo per quanto riguarda alimenti e bevande, ma anche per quanto concerne le bollette, sempre più stratosferiche. O vengono tagliati i tassi dalla Banca centrale europea oppure non ne usciremo facilmente, nel breve periodo”. A risentire di più della crescita dei prezzi sono, come facilmente intuibile, le famiglie, specie se con più di un figlio.

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