Brusca frenata per il settore metalmeccanico a Lecco e Sondrio
nella seconda metà del 2023

I dati dell’analisi congiunturale di Federmeccanica e del Centro studi di Confindustria Lecco e Sondrio. I principali indicatori sono risultati in calo dopo un 2022 brillante ed una prima parte del 2023 positiva

Dopo un 2022 particolarmente brillante ed un primo semestre del 2023 caratterizzato da un ulteriore incremento degli indicatori congiunturali, il settore metalmeccanico nelle province di Lecco e Sondrio ha registrato una frenata. Lo evidenzia Giacomo Riva, presidente della categoria Metalmeccanico di Confindustria Lecco e Sondrio, commentando i risultati dell’analisi congiunturale sull’industria metalmeccanica-meccatronica promossa da Federmeccanica per tutto il territorio nazionale. Questo studio evidenzia nel 2023 rispetto al 2022 una diminuzione dei volumi di produzione di settore.

In Italia quindi nel 2023 sono diminuite in particolar modo le attività della metallurgia (-5,3% rispetto all’anno precedente), le produzioni di prodotti in metallo (-3,7%) e di macchine e apparecchi elettrici (-3%); in leggera flessione il comparto delle macchine e apparecchi meccanici (-0,7%). Sono, invece, aumentate le fabbricazioni di altri mezzi di trasporto (+10,9%) e di autoveicoli e rimorchi (+5,5%), mentre quella di computer, radio TV, strumenti medicali e di precisione, pur in crescita, ha messo a segno un modesto +0,4%.

Pesa inoltre sul settore l’incertezza a livello internazionale, con le tensioni globali ed i conflitti in corso. Nel 2023 quindi le esportazioni metalmeccaniche, nel confronto con l’anno precedente, sono cresciute del 2,7% (in forte discesa dal +14,5% registrato nel 2022), mentre le importazioni hanno segnato un modesto +0,7%. Il rallentamento dell’export è stato ben evidenziato dalla dinamica discendente delle vendite all’estero che sono costantemente diminuite nei singoli trimestri fino a diventare negative nel quarto trimestre 2023 (-1,1%).

“Il rallentamento dell’economia italiana oltre che a livello mondiale - ha proseguito Riva - non ha certamente reso favorevole il contesto nel quale operano le nostre imprese, assieme ai prezzi delle materie prime, alle anomalie delle catene di approvvigionamento e ai costi dell’accesso al credito. Tuttavia, ed è l’elemento positivo, i livelli occupazionali non arretrano a conferma del buono stato di salute del sistema produttivo locale. Al contrario, la nota dolente è l’irrisolta divergenza fra domanda e offerta di competenze che perdura, nonostante l’impegno nello stimolare un maggior dialogo fra giovani e mondo delle aziende, rendendo difficile rafforzare gli organici con nuovi ingressi”.

Nel dettaglio, per quanto riguarda il secondo semestre 2023, il Centro studi di Confindustria Lecco e Sondrio evidenzia, per il settore metalmeccanico delle due province, una generale diminuzione che interessa in modo particolare il versante congiunturale, dove gli indicatori associati a domanda, attività produttiva e fatturato rallentano in media di quasi sei punti e mezzo percentuali (-6,4%). La performance tendenziale è differenziata e mostra una contrazione di circa quattro punti percentuali (-3,8%) per la domanda, una lieve diminuzione per le vendite (-0,7%) e conservazione per l’attività produttiva (0,1%). Le imprese che fanno parte del campione preso in esame prevedono un miglioramento degli indicatori per i primi sei mesi del 2024, con variazioni che si attestano poco al di sotto dei due punti percentuali per la domanda e la produzione (+1,9%) ed in pareggio nel caso del fatturato (-0,1%). Il tasso medio di utilizzo degli impianti di produzione si attesta al 79,3% tra luglio e dicembre 2023, in diminuzione di circa quattro punti percentuali rispetto alla quota registrata per i primi sei mesi dell’anno (83,4%). È in generale conservazione il quadro occupazionale: a fianco delle oltre tre realtà su cinque (62%) che indicano stabilità, il 16,1% del campione ha segnalato un’espansione e il 21,9% una contrazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA