Valanga a Valfurva, il fratello e gli amici hanno provato a salvare Matteo Fornaciari

Lo scialpinista milanese è rimasto sepolto sotto un metro e mezzo di neve fra il bivacco Colombo e la cima del Cevedale. Vani i tentativi di salvarlo. Matteo studiava ed era appassionato di montagna. Oggi gli esami sulla salma

Hanno fatto di tutto, il fratello e i due amici che erano con lui, per salvarlo. Si sono messi a scavare con le mani nella neve gelata e, proprio nel mentre giungevano sul posto, in loro aiuto, i tecnici del Soccorso alpino della Guardia di finanza di Bormio e del Corpo nazionale del soccorso alpino di Valfurva, insieme ad un’unità cinofila, sono riusciti a raggiungere Matteo Fornaciari, 26 anni, di Assago (Milano), e ad estrarlo dalla coltre bianca che lo sommergeva per un metro e mezzo. Conseguenza di una valanga staccatasi dal versante al passaggio dello stesso scialpinista. Che non è stato possibile salvare.

Non è bastata la tempestività e l’abnegazione con la quale i giovani hanno scavato e non è bastato neppure lo spiegamento di forze messo in campo. Quando Matteo ha rivisto la luce, purtroppo, non era già più in vita. Il suo cuore ha cessato di battere poco prima e nulla si è più potuto fare per lui, salvo constatarne il decesso e traferire la salma all’obitorio dell’ospedale di Sondalo dove è stata ricomposta in attesa della ricognizione cadaverica che verrà effettuata questa mattina.

Una tragedia in montagna, l’ennesima, questa, che si è verificata poco prima alle 14.50 di ieri in Valfurva, fra il bivacco Colombo e la cima del Cevedale, a quasi 3700 metri di quota. É lì che una parte della comitiva di scialpinisti milanesi giunti sull’Ortles Cevedale per un 25 aprile all’insegna dello scialpinismo, nove appassionati della montagna, si era data appuntamento per scendere a valle.

Il gruppo si era diviso

Cinque di loro hanno scelto un altro itinerario di discesa e sono passati dalla Valle delle Rosole, mentre altri quattro, fra cui Matteo Fornaciari e suo fratello, hanno optato per il rientro dal Cevedale verso la Val Cedek. Solo che mentre tre di questi scialpinisti sono passati più a destra rispetto al punto in cui si è verificato il distacco, Matteo, forse rimasto leggermente più arretrato, si è spostato più verso sinistra, e questa opzione gli è stata fatale. Perché ha intercettato proprio un lastrone di ghiaccio, che, mosso, ha provocato un distacco di notevoli proporzioni, in quanto si parla di una larghezza di 30 metri e di una lunghezza di 80. Un ammasso di neve e di ghiaccio che lo ha sepolto per un metro e mezzo.

Finito anche in un crepaccio

Tra l’altro, lo sfortunato scialpinista è finito anche dentro un crepaccio non troppo profondo, pare, perché non lo ha inghiottito. Nonostante questo, sia l’impatto con la coltre nevosa e il ghiaccio sia il fatto di essere rimasto sepolto sotto lo stesso, gli è stato fatale. Ai soccorritori, a quel punto, non è rimasto che constatare il decesso del giovane e provvedere al suo trasporto a valle, così come, a Valfurva, in sicurezza, sono stati trasportati anche il fratello e i due amici che si trovavano in quota.

Gli altri cinque scialpinisti sono scesi, come detto, per un’altra via. Per tutti, un giovedì terminato in tragedia, di quelle che non si vorrebbero mai sentire e che non era del tutto “scritta”, considerato che il pericolo valanghe, ieri, così come oggi, non andava e non va oltre il “2 moderato”. Il problema, però, è che questo grado di pericolo è generalizzato, dopodiché occorre leggere i versanti di volta in volta, a seconda di come si presentano, per discenderli. Dei rilievi di rito e delle comunicazioni all’autorità giudiziaria, come sempre, in questi casi, si sono occupati i militari del Soccorso alpino della Guardia di finanza di Bormio.

Nel primo pomeriggio di oggi gli esami di rito sulla salma di Matteo Fornaciari e poi, probabile, giungerà il nulla osta alla sepoltura.

Matteo era appassionato di montagna

Matteo Fornaciari studiava al Politecnico di Milano. La montagna era tra le sue passioni come dimostrano le foto postate su Instagram che lo immortalano sulle montagne lecchesi, dal Resegone alle Grigne, ma anche alla Presolana e sul Plateau Rosà a Cervinia. Spesso in compagnia del fratello, anche ieri con Matteo sul Cevedale.

Valanga in Valfurva, oggi gli esami su Matteo Fornaciari

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