Molotov contro auto dei carabinieri, proseguono le ricerche del colpevole

L’auto aveva preso fuoco domenica vicino al palazzetto dello sport di Chiesa in Valmalenco. «Gesto gravissimo, troveremo il responsabile» spiega il comandante provinciale dell’Arma

Gli ultimi due volontari della Pro loco stavano lasciando il palazzetto dello sport di Chiesa in Valmalenco all’1.30 di domenica, al temine della “Pizzoccherata” lì allestita per 240 persone. Hanno chiuso la struttura, e, subito dopo, hanno sentito un botto e affacciandosi in via Squadrani hanno visto un’auto in fiamme. Subito hanno chiamato i Vigili del fuoco di Sondrio che si sono interfacciati con i colleghi del gruppo volontari di Chiesa, di stanza a pochi metri dal luogo del misfatto. Ma nonostante il pronto intervento di questi ultimi, l’auto privata di un giovane carabiniere da poco giunto in Valmalenco non ha potuto essere salvata.

Distrutto il posteriore della vettura, bruciati completamente gli interni e danneggiato il sistema frenante dell’auto al punto che ha preso a scivolare all’indietro su via Squadrani rispetto al punto in cui era stata parcheggiata, arrestandosi contro la ringhiera sottostante. Il che, in un certo senso, è stato un bene, perché se fosse rimasta saldamente al suo posto, allora, le auto distrutte sarebbero state due, perché le fiamme stavano cominciando a lambire anche un altro veicolo parcheggiato al fianco del mezzo incendiato. Danneggiato anche questo, ma molto marginalmente, per fortuna.

Quel che è certo è che chi ha compiuto il gesto intimidatorio lo ha fatto col preciso intento di colpire le auto dei Carabinieri, perché lì vicino, nel parcheggio, sono stati ritrovati i resti di una bottiglia di birra che, riempita di benzina, è stata utilizzata come bomba molotov. Lanciata direttamente sulle auto, pare proprio all’altezza del serbatoio di quella andata in fumo, e, siccome il proprietario del mezzo non ha ancora avuto modo di stabilire alcun legame col territorio, oltre ad essere una persona molto mite, per i Carabinieri è pacifico che di un atto intimidatorio verso l’Arma si sia trattato e non verso un singolo suo componente.

Le indagini sono in corso per capire quale sia la mano che ha agito e già in paese le voci si rincorrono, ma, per il momento, restano tali. I Carabinieri stanno sentendo le persone sul posto al momento dell’attentato, hanno raccolto tutti gli elementi utili dai Vigili del fuoco volontari di Chiesa intervenuti per lo spegnimento del rogo, e stanno visionando le telecamere della zona. Non sarà immediata l’individuazione dell’autore del gesto, ma è data per certa.

«Lo troveremo sicuramente - ci ha assicurato, lunedì, il colonnello Marco Piras, comandante provinciale dell’Arma - e quando dovrà rispondere di quello che ha fatto sarà giudicato dallo Stato, che noi rappresentiamo come forza di polizia, con metodi civili, non certo come quelli che ha voluto utilizzare lui, nei nostri confronti, quando ha voluto protestare per qualcosa di cui non sappiamo compiendo un gesto gravissimo». Il gesto è stato condannato duramente anche dal sindaco di Chiesa, Renata Petrella.

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