Area ex Fossati di Sondrio, la bonifica
è ora più vicina

Oggi la delibera regionale: ci sono anche i 42mila metri quadrati di area industriale in funzione come filatura e lavorazione tessile dalla fine dell’‘800 e abbandonata dal 2011 tra i 18 siti orfani, le aree potenzialmente contaminate la cui responsabilità dell’inquinamento non è più attribuibile a nessuno, per il cui recupero sono stati messi a disposizione 65 milioni di euro: 51 di fondi Pnrr e 14 di fondi propri della Regione Lombardia

Area ex Fossati, bonifica più vicina. Ci sono anche i 42mila metri quadrati di area industriale in funzione come filatura e lavorazione tessile dalla fine dell’‘800 e abbandonata dal 2011 dopo l’addio alla produzione della Newcocot, tra i 18 siti orfani, le aree potenzialmente contaminate la cui responsabilità dell’inquinamento non è più attribuibile a nessuno, per il cui recupero sono stati messi a disposizione 65 milioni di euro: 51 di fondi Pnrr e 14 di fondi propri della Regione Lombardia. Questi ultimi sono stati “aggiunti” grazie a una delibera approvata proprio oggi dalla giunta Fontana su proposta del vicepresidente e assessore al Bilancio, Marco Alparone, di concerto con quello all’Ambiente e Clima, Giorgio Maione.

L’integrazione finanziaria consentirà dunque di intervenire in siti che attendono da anni di essere bonificati per pensare ad una nuova destinazione. Il caso di Sondrio è emblematico, in questo senso. Dopo l’abbandono della Newcocot l’area ex Fossati era stata acquistata dalla EuroMilano, società specializzata nel recupero di aree industriali dismesse, nel 2016 periodo a cui risale anche il piano di bonifica già approvato e asseverato dagli enti preposti, tra cui l’Arpa.

«Come amministrazione comunale, già all’inizio del primo mandato avevamo inserito l’ex Fossati negli ambiti di rigenerazione e il provvedimento era stato recepito e rafforzato nella variante al Pgt - ricorda l’assessore all’Urbanistica, all’Ambiente e alla Mobilità Carlo Mazza -. Contemporaneamente, riprendendo il piano di bonifica a suo tempo definito, avevamo richiesto e ottenuto 3,8 milioni di euro sul Pnrr. In questi anni ci siamo confrontati in più occasioni con gli attuali proprietari per trovare una soluzione condivisa. Ora, la notizia di questo ulteriore stanziamento da parte della Regione accelera i tempi dell’intervento che rappresenta il primo, fondamentale passo per l’eliminazione del degrado e dei rischi che ne derivano». «In Lombardia - aggiunge l’assessore Maione - stiamo attuando un maxi piano di bonifiche che caratterizzerà le politiche ambientali e di rigenerazione urbana per molto tempo. In passato la sensibilità sui temi territoriali era decisamente più bassa e scontiamo situazioni provocate magari cinquant’anni fa e per le quali ormai è difficile rivalersi sui responsabili. In questi casi dunque l’onere degli interventi sostituivi di bonifica, messa in sicurezza e ripristino ambientale è in carico alla pubblica amministrazione. La Lombardia non può più aspettare e oggi diamo una risposta straordinaria».

Attualmente l’area dell’ex Fossati è indicata nel Pgt come di rigenerazione, ma dopo la bonifica la sua destinazione in termini funzionali e dimensionali potrebbe mutare ricomprendendo, come era stato richiesto dai proprietari, anche funzioni ricettive, commerciali o residenziali. Ma la definizione del piano urbanistico dipenderà dall’esito dell’operazione. A suo tempo per il piano di caratterizzazione furono effettuate 35 perforazioni a diverse profondità. Tutti i superamenti riscontrati erano di poco superiori ai limiti, per le sostanze attese viste le lavorazioni effettuate nel sito: arsenico nell’area in cui veniva lavorato il cotone grezzo, e tracce di rame, nichel, idrocarburi nelle zone della tintoria e del deposito del carburante. Per quanto riguarda i tempi di intervento è difficile fare ipotesi. «Ogni situazione è differente - conclude l’assessore regionale - e quindi anche le tempistiche variano da progetto a progetto, ma il Pnrr prevede la riqualificazione di almeno il 70% della superficie del suolo dei siti orfani entro il primo trimestre del 2026».

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