Nuova truffa telefonica con WhatsApp,
la vittima è il sindaco di Ponte in Valtellina

Rino Vairetti racconta un episodio che mette in luce un fenomeno sempre più diffuso sul nostro territorio

«Ricevo un messaggio su WhatsApp da un numero che non conosco in cui a scrivere è, o meglio sarebbe, mio figlio Davide che mi chiede soldi per acquistare un nuovo cellulare, perché ha smarrito il suo. Si consideri che mio figlio è in Cina per lavoro e, tramite il suo numero, non riesco a contattarlo. Cosa fai come padre? Vuoi non preoccuparti e non assecondare la sua richiesta? Io non ce l’ho fatta». Parla il sindaco di Ponte in Valtellina, Rino Vairetti, che racconta la truffa perpetrata nei suoi confronti da ignoti che, purtroppo, stanno colpendo in diverse zone ormai anche della Valtellina. Vairetti, per fortuna si è salvato in extremis dal perdere il denaro. Ma ripartiamo dall’inizio.

«Mercoledì sera ricevo questo messaggio in cui il presunto Davide mi scrive: “Ciao papà, mi hanno preso il telefono e ho bloccato la sim e la carta di credito. Dammi una mano per favore”. E mi chiede dei soldi tramite un bonifico per prenderne uno nuovo. Devo dire la verità che mi ha insospettito la cifra, perché mi ha domandato mille euro per un Iphone molto bello, ma mio figlio non è mai stato patito per gli Iphone e non sarebbe neppure il tipo da chiedermi una tale cifra per un cellulare. Provo a chiamarlo; il cellulare suona libero, ma lui non risponde». Ed essendo sera in Italia, in Cina è ormai tarda notte.

Vairetti vorrebbe rimandare al giorno seguente, ma poi si confronta con la moglie e condividono di aiutarlo. Davide, 28 anni, è ingegnere biomedico e lavora per una ditta di Pavia che lo ho mandato per un paio di mesi a Shenzhen. «Ci siamo detti che se si trova in difficoltà ed è lontano, all’estero, allora è meglio mandargli qualcosa – prosegue Vairetti -. Così decido di fare un bonifico. Apro l’applicazione della banca Mediolanum e, tramite l’home banking, provvedo. Succede che, nonostante quello indicato sia un Iban italiano, il bonifico non va a buon fine e compare un messaggio per cui l’operazione è sotto controllo». Il bonifico, insomma non si conclude. Ed è una fortuna per il sindaco di Ponte in Valtellina che, giovedì mattina, riceve una telefonata dalla sua banca che gli chiede lumi sul bonifico della sera prima. «Mi fanno spiegare tutto e alla fine mi dicono che è un truffa telefonica – dichiara -. Nel frattempo avevo mandato un messaggio a Davide per dirgli di richiamarmi con urgenza. Finalmente, riesco a contattarlo e sento dalla sua voce che sta bene e che non ha perso il cellulare».

Tutto è bene quel che finisce bene, ma Vairetti è basito, perché tante volte si legge sui giornali o si sente alla tv di queste truffe, ma «quando capita a te e nelle condizioni in cui sono io, con un figlio all’estero, ci caschi in pieno senza neppure accorgerti – conclude Vairetti -. Per questo motivo ho voluto rendere pubblica la mia storia: per sensibilizzare le persone su un fenomeno che può colpire chiunque». Vairetti si è rivolto anche ai Carabinieri che – essi stessi – hanno consigliato di tenere alta l’attenzione sul problema.

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