Sparatoria di Bulciago, chiesti dieci anni per Mercuri e i fratelli Achab

La sparatoria nel febbraio del 2022. L’avvocato di Mercuri ha chiesto l’assoluzione del suo assistito per non aver commesso il fatto. Ancora latitanti i fratelli. Udienza aggiornata al 29 maggio

Dieci anni di condanna per tutti e tre gli imputati. Questa la richiesta avanzata oggi dalla Procura nell’ambito del processo con rito abbreviato a carico di Giovanni Giuseppe Mercuri, 31 anni di Costa Masnaga e dei fratelli di origine marocchina Khalid e Mohamed Achab, 40 anni e 31 anni, questi ultimi attualmente ancora latitanti.

Tentato omicidio in concorso è quanto viene loro contestato a seguito della sparatoria avvenuta nel tardo pomeriggio del 19 febbraio 2022 a Bulciago, con colpi di fucile esplosi da un’auto in corsa verso una vettura che precedeva. Accuse che però Mercuri ha sempre respinto.

La ricostruzione

Secondo gli inquirenti, si sarebbe trattato di un regolamento di conti per questioni di droga. A bordo di una station wagon color nera, avrebbero inseguito un marocchino di 28 anni, senza fissa dimora che scappava a bordo di una Yaris. Giunti all’altezza del benzinaio alle porte di Bulciago, lungo la strada provinciale che attraversa il paese, a breve distante dallo svincolo della Statale 36, dalla station wagon è stato esploso almeno un colpo di fucile che ha attraversato la carrozzeria della Yaris e il poggiatesta, conficcandosi nella mandibola dell’uomo al volante ferendolo gravemente. Quest’ultimo ha perso il controllo del mezzo finendo per scontrarsi con una vettura che procedeva in senso opposto.

Ricoverato d’urgenza all’ospedale Sant’Anna di Como, il ferito ha seriamente rischiato la vita. Quando si è ripreso, ha però testimoniato contro i tre imputati. Ha indicato i fratelli Achab come i responsabili del regolamento di conti, mentre avrebbe poi riconosciuto da alcune fotografie Mercuri come il terzo uomo presente nei momenti precedenti all’inseguimento, durato circa un minuto. La folle corsa e la sparatoria, infatti, sarebbero derivati da un incontro tra i quattro in una zona poco distante, dietro al supermercato Md.

Mercuri avrebbe ammesso di conoscere la vittima poiché aveva da lui acquistato della droga, così come dagli altri due indagati, ma ha ribadito di non aver preso in alcun modo parte allo scontro.

A mettere gli investigatori sulle sue tracce anche il fatto che negli stessi minuti in cui avveniva l’inseguimento il suo cellulare aveva agganciato la stessa cella telefonica del marocchino in fuga. Ma il trentenne di Costa Masnaga sostiene di essersi trovato in zona perché poco più tardi aveva un appuntamento per acquistare stupefacente, ma di non aver preso parte all’inseguimento. Secondo la Procura, inoltre, Mercuri avrebbe utilizzato lo stesso fucile con il quale nell’agosto 2017 aveva ferito tre persone, fra cui una bambina di sei anni, durante una festa di compleanno a Rogeno.

Nell’udienza di oggi, il suo avvocato, Alessandro Meregalli ne ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Udienza aggiornata al 29 maggio per dare spazio alle altre difese prima della sentenza.

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