Venduta per 1,5 milioni l’ex Beco di Olate: l’offerta dall’immobiliare della Vinicola Mauri

Al quinto tentativo è stata aggiudicata l’asta fallimentare con cui erano stati messi in vendita i circa 12mila metri quadri

Un investimento da 1,5 milioni di euro e un futuro tutto ancora da scrivere per l’area ex Beco di Olate. Al quinto tentativo, infatti, è stata aggiudicata l’asta fallimentare con cui erano stati messi in vendita i circa 12mila metri quadri, appartenuti all’ex scorporata Sae, a scavalco di via Tonale.

A presentare l’unica offerta d’acquisto giunta al curatore Carlo Galli è stata la società “Mileto Srl” di Milano, di fatto l’immobiliare collegata con la Vinicola Mauri di Lecco, storica azienda della città a sua volta affacciata su via Tonale che con la Beco confinava e da essa (o per meglio dire dalla procedura fallimentare) ha ancora in affitto parte del piazzale e dell’area a monte del cavalcavia stradale. Elementi che dunque giustificano un investimento da 1,5 milioni di euro a fronte di un valore da perizia di 5 milioni di euro e una base d’asta di partenza, quasi due anni fa, fissato in 4 milioni di euro.

Per la Vinicola Mauri questo acquisto significa certamente poter disporre della titolarità dell’area a est di via Tonale già in uso e direttamente confinante con le proprie attività. Ma permette anche di ipotizzare un possibile ampliamento o, forse più probabilmente, di frazionare l’area andando poi a cercare un partner per una possibile operazione immobiliare. Grazie, infatti, alla legge sulla rigenerazione urbana per l’area ex Beco sarà possibile procedere a un cambio di destinazione d’uso rispetto a quella produttiva e industriale al momento in vigore e che nel corso degli anni non ha portato ad attrarre investimenti. È infatti classificata come patrimonio edilizio dismesso con criticità e questo permette di accedere ai benefici previsti dalla legge regionale, compreso un aumento delle volumetrie.

La Beco Srl, storica azienda meccanica che produceva bulloneria zincata a caldo, nata nel 1986 e poi cresciuta sulle ceneri della Sae, era stata dichiarata fallita nel maggio 2015 quando il Tribunale di Lecco aveva accertato un passivo di 9,5 milioni di euro a fronte di un attivo di 4,5 milioni. Nell’area industriale dismessa, di costruzione negli anni Sessanta, sono presenti capannoni per circa diecimila metri quadri. In questi ultimi due anni il curatore fallimentare Galli ha portato avanti una serie di attività per arrivare alla vendita dell’immobile consistenti nella bonifica dell’amianto presente, nella regolarizzazione catastale di alcuni mappali demaniali inclusi nel perimetro e nella rimozione di manufatti per la derivazione d’acqua dal torrente Caldone. Gli immobili sono stati sgomberati da macchinari e impianti produttivi.

L’asta dell’area Beco con l’aggiudicazione avvenuta ieri chiude una procedura di vendita passata attraverso quattro aste andate deserte. L’ultima, si era aperta proprio sulla base dell’offerta vincolante presentata dalla Mileto Srl, a cui non hanno fatto seguito rilanci da parte di altri soggetti interessati.

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