La storia del 1° maggio a Lecco, dal sindaco Giuseppe Ongania a oggi

C’è una lunga storia dietro la data del 1° maggio, la festa del lavoro. Le lotte furono tante prima che la nostra Costituzione, nel 1948, sancisse, proprio nel primo articolo, che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Nata negli Stati Uniti, la festa del 1° maggio intendeva ricordare le battaglie portate avanti per la riduzione dell’orario di lavoro a otto ore. Fu ufficializzata in Europa dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo.

A Lecco il 1° maggio è sempre stato un momento importante anche se non privo di tensioni. Ne è un esempio emblematico quello che avvenne nella nostra città il 1° maggio del 1900. In quella giornata l’allora sindaco di Lecco, Giuseppe Ongania, fu sospeso dal prefetto di Como, dalla sua carica di sindaco, per avere esposto la bandiera tricolore sulla facciata del municipio di via Roma. «Nella mattinata del 1° maggio, verso le 11, - scrive Aloisio Bonfanti in “Il vecchio borgo” - il Sottoprefetto cav. Gay interpellò il sindaco, dopo averlo convocato urgentemente nel suo ufficio, circa l’avvenuta esposizione della bandiera nazionale presso la sede municipale. L’ing. Ongania rispose che l’Amministrazione civica aveva creduto di interpretare i sentimenti comuni associandosi nella celebrazione della festa del lavoro con l’esposizione del tricolore. Il Sottoprefetto sembrò soddisfatto della dichiarazione del sindaco e portò il discorso su altri argomenti di attualità amministrativa. Nel pomeriggio, il primo cittadino lecchese venne nuovamente convocato presso la Sottoprefettura locale e questa volta il cav. Gay mostrò all’ing. Ongania, un telegramma del Prefetto, dove si ordinava di ritirare immediatamente la bandiera dalla facciata del Municipio. L’ing. Ongania fu irremovibile nell’affermare che il tricolore non sarebbe stato tolto e che si assumeva tutte le responsabilità del caso; prima di sera ricevette il telegramma del Prefetto di sospensione immediata dalle funzioni di sindaco. Il provvedimento, sempre secondo il documento prefettizio, era giustificato dal fatto che con l’esposizione del tricolore, nella data del 1° maggio, il sindaco aveva compiuto un atto politico, esulando dalle sue incombenze amministrative, e aveva poi compiuto un chiaro rifiuto d’obbedienza all’ordine di rimozione della bandiera. Appena la notizia si diffuse in città, Lecco divenne una polveriera dove la più minuscola miccia poteva provocare esplosioni clamorose».

La scelta del sindaco Ongania ottenne l’appoggio di tutta la città e in primo luogo del consiglio comunale che gli espresse la sua totale fiducia. Persino un poeta come Giovanni Bertacchi dedicò all’episodio un’ode intitolata “Il Primo Maggio di una bandiera”. In conclusione, la sospensione del sindaco Ongania durò solo due mesi e il 7 luglio 1900 tornò a fare il primo cittadino. Ongania fu anche in prima linea nel 1899, in occasione dello sciopero delle filandiere, che interessò la nostra città. Il suo intervento fece sì che truppe e carabinieri si ritirassero, scongiurando possibili incidenti.

Se oggi il tema dominante è quello delle morti sul lavoro, alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento una rivendicazione che tenne banco fu quella del riposo festivo. Sostenuto a spada tratta dai cattolici, la problematica trovò adesione anche in campo laico. A Lecco, nei primi anni del secolo scorso, a concedere il riposo festivo per primi furono i parrucchieri, la Banca Popolare ed il Piccolo Credito. Nel 1907 la legge sul riposo festivo entrò in vigore, ma la sua applicazione ebbe grandi resistenze. Dopo la parentesi del fascismo, in cui la celebrazione della festa del lavoro fu anticipata al 21 aprile, in coincidenza con il Natale di Roma, si tornò a celebrare il 1° maggio nel 1945. E il dopoguerra fu piuttosto agitato anche all’interno delle rappresentanze dei lavoratori. Nel 1944, prima ancora della Liberazione, si erano costituite le organizzazioni unitarie dei sindacati, ma già nel 1948 avvenne la rottura tra la corrente cristiana e quella di sinistra: erano i prodromi della nascita della Cisl e della Cgil. Queste tensioni si riverberarono anche sulla festa del lavoro. Da anni, la celebrazione del 1° maggio avviene unitariamente da parte dei sindacati confederali.

Quest’anno, la Festa dei Lavoratori a Lecco, avrà due momenti forti: in mattinata, alle 11 in Largo Caleotto, il Comune di Lecco e l’Anmil, in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, promuoveranno un momento commemorativo dedicato alle vittime del lavoro; nel pomeriggio, in piazza Cermenati, a partire dalle 14.30, avrà luogo il tradizionale evento organizzato dalle organizzazioni sindacali con il patrocinio del Comune di Lecco.

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