Mi permetto di inviare alcune riflessioni personali inerenti l'oggetto che, mi auguro, vorrete pubblicare.
«Alzi la mano chi si ricorda quale ricorrenza si festeggiò il 17 marzo 2011»; una, due, tre, quattro, cinque... beh, almeno una mano c'è!
Il mio sondaggio personale di questi giorni è stato deludente: cadendo di domenica qualcuno ha osservato che è la V settimana di
quaresima, altri hanno alzato gli occhi al cielo cercando l'ispirazione mentre per altri il buio assoluto.
Posto che è San Patrizio, guarda caso è quindi il mio onomastico, è il 102° anniversario dell'Unità d'Italia, scusate se è poco, che mi
pare sia stata decretata "festa nazionale".
Sul mio terrazzino vista lago sventola da sempre il tricolore e ho trapiantato nelle fioriere delle belle primule rosse e bianche; chissà se
qualcuno passando avrà l'illuminazione.
Perdonatemi se ho giocato con le parole ma il senso di tutto questo sta nel fatto che, oggi più che mai, a poche settimane dalle elezioni
politiche, abbiamo veramente bisogno di unità, non di risse o ripicche e marce indietro dei nostri politici; dobbiamo pretendere serietà
e rispetto per ognuno di noi che ha espresso la propria fiducia nella cabina elettorale. Drasticamente proporrei, pura provocazione, una
sorta di 'conclave' ; tutti a pane e acqua, non certo a caviale e champagne e poi vediamo se non si spicciano.
Auguri a tutti coloro che hanno ancora la forza di amare questa nostra tormentata e bella Italia.
Patrizia Acerboni
In effetti, del 17 marzo - due anni dopo le celebrazioni - nessuno si ricorda più
© RIPRODUZIONE RISERVATA