Cara Provincia,
quand'ero ragazzo, nel 1936, ricordo che l'Italia fu colpita dalle “sanzioni” comminateci dalla Società delle Nazioni (potenze plutocratiche Inghilterra, Francia, Stati Uniti d'America) con lo scopo di punirci per aver occupato l'Africa orientale. Allora l'Italia reagì con orgoglio e dignità e trovò la forza (Governo e Popolo uniti) di reagire in maniera positiva ed energica alla vessazione cui eravamo sottoposti dalle Nazione ricche e autoritarie, detentrici del potere mondiale. Nacque il fenomeno dell'autarchia, che ci permise di sopravvivere dignitosamente e orgogliosamente.
Oggi, in tempo di globalizzazione, il governo di tecnici che abbiamo dovuto subire, anziché proteggerci e tutelarci, ci pone alla mercé dei soliti potenti, che stanno facendoci pagare pesantemente errori non commessi da noi, ma scarica sulle nostre spalle il peso di speculazioni sbagliate e iniziate altrove.
Il governo Monti non protegge e non fa gli interessi del popolo italiano, ma ci costringe a pagare le malefatte di altri Stati facendoci credere di essere colpevoli e responsabili dello sfacelo economico finanziario che si verifica a livello mondiale.
Fernando Togni
Lecco
Caro Togni,
ai tempi che lei ricorda - e che francamente io non rimpiango affatto - il canzonettista Rodolfo de Angelis prendeva per… il bavero la Società della Nazioni con strofe tipo: «Sanzionami questo, amica rapace, lo so che ti piace, ma non te lo do». L'allusione è scoperta, ma oggi che il popolo italiano è rimasto, come l'Aretino Pietro, «con una mano avanti e l'altra dietro», anche gli attributi di calcistica memoria hanno poco valore sul mercato.
Allora come oggi a pagare le malefatte di politici ed economisti è a gente comune, strizzata e ingolfata di parole e cifre a coprire intrallazzi mondiali governati dal vero potere occulto, quello della finanza. Moderni mulini a vento contro cui desolatamente si infrange la lancia di noi donchisciotte.
Vittorio Colombo
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