<+tondo_let>Cara Provincia,
in epoca di tagli forsennati in ogni possibile direzione del vivere quotidiano, mi sono accorto che anche in libreria è diminuito il volume dei libri, nel senso che sono quasi spariti dagli scaffali i “tomazzi” di seicento ottocento pagine firmati di solito da romanzieri di area anglosassone perlopiù sconosciuti, e ritornate invece le raccolte di racconti e i romanzi brevi alla Simenon.
Il leggendario papà di Maigret, infatti, in centocinquanta paginette raccontava storie straordinarie, grazie alla sua scrittura asciutta ed essenziale, analitica. Sarà per risparmiare carta, per le mode che si alternano, oppure perché tutti noi stressatissimi abbiamo sempre meno tempo di leggere, fatto sta che il racconto sta ritornando in auge sia tra gli autori italiani sia tra quelli stranieri, e non è un caso che i tre finalisti del premio Chiara, il più importante riconoscimento letterario dedicato agli autori di racconti, appena resi noti, siano scrittori di vaglia, Ammaniti, Cacucci e Veronesi.
Del resto la tradizione letteraria italiana è tutta dalla parte della novella, dai tempi di Boccaccio in poi, del bozzetto di cui sono stati maestri gli Scapigliati, del racconto sanguigno alla Verga, da De Marchi, Dossi, Moretti, passando da Gadda, Stuparich, Soldati o Buzzati, per arrivare a Pavese, Calvino, Testori e naturalmente Piero Chiara.
Speriamo che il ridimensionarsi dell'oggetto libro porti nuova linfa all'editoria e soprattutto nuovi lettori, in particolare tra i giovani.
Giannetto Sironi
Oggiono
Caro Sironi,
in questo periodo, che qualche anno fa si sarebbe chiamato “di riflusso”, anche il libro risente della crisi e della contrazione del mercato, ma probabilmente questo gli ha fatto bene, perché ha obbligato gli scrittori a circoscrivere le loro storie e a curarle assai di più nella scrittura e nella costruzione. Così anche il lettore, non più spaventato dal «ce la farò ad arrivare in fondo», si gusta ogni singolo episodio con maggior profondità e riflessione, usando la stessa filosofia dello slow food.
Vittorio Colombo
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA