«Vallone di Campo, bomba a orologeria»

Il caso I residenti hanno scritto ai sindaci di Novate Mezzola e Verceia chiedendo la pulizia dell’alveo. Nonini rassicura: «Sarà fatto un intervento dal gruppo locale di protezione civile nel corso dell’anno»

«Il Vallone di Campo è una bomba a orologeria». Esprimono paura i proprietari di abitazioni collocate al margine destro della valle che scende dalla sponda sinistra del territorio di Novate Mezzola. Esattamente al confine con Verceia.

In una lettera inviata ai due sindaci, i firmatari della lettera si dicono dispiaciuti, in primo luogo, di non aver ricevuto risposte a precedenti sollecitazioni inviate nel 2019 e lo scorso anno.

Le preoccupazioni

«Avevamo segnalato lo stato attuale del Vallone, soggetto di precedenti drammatiche frane negli anni passati (1930, 1934, 1937, 2003), delle quali l’ultima aveva coinvolto con 4000-5000 metri cubi di materiale le nostre abitazioni.

Oggi la presenza di abbondante materiale a monte, e lo stato di “forestazione” dell’alveo, rendono il Vallone nuovamente una vera bomba ad orologeria: il cambiamento climatico di questi anni responsabile di eventi estremi quali improvvisi violenti temporali, lo rendono molto pericoloso». Gli scriventi fanno riferimento alla relazione tecnica dell’Unità organizzativa difesa del territorio della Struttura rischi idrogeologici di Regione Lombardia seguita all’alluvione del 2003.

Quelle che oltre alle case coinvolse la linea ferroviaria e la statale 36: «Era stata auspica una pulizia almeno annuale nell’alveo, cosa che non avviene. Nel 2003 Regione Lombardia aveva sottolineato che esistevano ancora 20mila metri cubi di materiale che “non possiamo dire se questo materiale si muoverà con una piovosità di intensità simile a quella di agosto o se ci vorranno anni”».

L’effetto tappo

La richiesta è di un rapido intervento della Protezione civile per la sistemazione temporanea dell’alveo. «Inoltre una analisi effettuata dalla Comunità montana nel 2003 sottolineava come “il collettore presenti un tratto terminale, in prossimità della foce, a ridotta pendenza che condiziona in misura pesante la dinamica del trasporto solido con possibili depositi del materiale movimentato in caso di piena e relativo effetto “tappo” come avvenuto nel recente episodio”».

La risposta

Per i firmatari, insomma, la pulizia annuale non basta. Ma almeno su quello arrivano rassicurazioni: «Due anni fa – spiega il sindaco di Novate Fausto Nonini abbiamo chiesto la pulizia del Vallone e del Codera nell’ambito del programma “Fiumi Sicuri” provinciale. Dopo un sopralluogo è stato dato il via libera solo per il Codera, non ritenendo la Protezione civile urgente l’intervento sul Vallone. Per questo abbiamo chiesto al nostro gruppo locale di Novate un intervento, che sarà fatto durante il 2023. Per le altre segnalazioni della lettera, mi riservo, invece, degli approfondimenti».

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