Un grado in più e tanta neve in meno. Così cambia il clima

Chiavenna Il rialzo registrato nelle temperature medie . Precipitazioni crollate di quasi 100 mm all’anno. «Il riscaldamento globale è sotto gli occhi di tutti»

Certi dati sul cambiamento climatico in atto negli ultimi anni non sono più sorprendenti, perché ormai la situazione è generalizzata e ben nota a tutti, ma vederli nero su bianco fa sempre un certo effetto.

Lo fanno di sicuro quelli emersi durante il convegno tenutosi nell’ultimo fine settimana a Chiavenna per celebrare i 20 anni di fondazione della Stazione Valchiavenna per lo studio dell’ambiente alpino dell’Università di Milano.

Vent’anni di studi, analisi, tesi di laurea che gettano una luce non proprio rassicurante sul futuro. Precipitazioni e temperature sotto la lente di ingrandimento negli interventi dei tanti tecnici e studiosi intervenuti nella due giorni.

Il convegno

I dati più illuminanti sono arrivati soprattutto durante gli interventi di sabato mattina. Sul fronte delle temperature la media annua in valle è cresciuta di 1,1 gradi dal 1990 al 2019. Un’enormità. Il secondo dato riguarda le precipitazioni medie annue. Si è passati da una media di 1488 millimetri annui nel periodo 1960-89 a 1397 millimetri nel trentennio successivo. Stesso trend per le precipitazioni nevose, passate da una media di 359 millimetri annui a 294.

Il combinato di questi dati spiega facilmente la riduzione alla quale sono andati progressivamente incontro i ghiacciai. Non ci sarà nessuna inversione di tendenza, visto che da quanto spiegato è emerso come nei prossimi decenni si preveda una riduzione delle precipitazioni di un altro 30%. Almeno.

La due giorni si è, quindi, concentrata sull’altro tema, ma non mancano certo le correlazioni con il clima, quello dell’assetto idrogeologico dell’area delle valli del Liro e del Mera. Dal monitoraggio sulle grandi frane alpine di Arpa alle piattaforme tecnologiche per la gestione condivisa dei rischi in ambiente alpino.

Presentato il progetto Amalpi18 dedicato proprio alle grandi frane e che si svilupperà in programmi di valore transfrontaliero e alcune delle attività della stazione chiavennasca come quello denominato Carg, dedicato ai nuovi fogli geologici o lo studio sul quaternario in Valchiavenna dal punto di vista geologico.

La storia della stazione

Durante il convegno, organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Lombardia e il supporto scientifico dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Cnr, spazio naturalmente anche alla storia della stazione, inaugurata il 25 ottobre del 2002 dopo che, nel decennio precedente, la valle era stata individuata come bacino pilota per lo studio e il monitoraggio della qualità dell’ambiente nell’arco alpino.

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