
Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 22 Febbraio 2023
Tre anni fa iniziava l’emergenza Covid. Morti in 762, contagiato il 38% dei residenti
Bilancio Il 22 febbraio 2020 il caso di Valdidentro. In provincia si sono registrati ufficialmente 68mila casi
Sono trascorsi tre anni dalla scoperta della prima positività al Covid in provincia di Sondrio, in capo ad uno studente dell’Agrario di Codogno di rientro a casa, a Valdidentro il 22 febbraio 2020.
Decorso
L’ufficialità arrivò il giorno dopo e, da allora, 23 febbraio 2020, il Covid ha fatto il bello e brutto tempo con le vite di tutti noi. C’è chi l’ha incontrato nel momento sbagliato e purtroppo non l’ha superato, e sono in tanti. C’è chi si è ammalato e l’ha vista brutta ma è anche guarito, c’è chi si è contagiato senza accorgersene in modo asintomatico. E c’è anche chi il virus dei virus non l’ha ancora incontrato. Soprattutto, ci sono stati i vaccini che ne hanno mitigato l’aggressività e, sia pure lentamente, ci hanno consentito di uscirne.
Lo dicono i dati riferiti all’ azione del coronavirus in questi tre anni. Va sottolineato che l’impatto è mutato molto dopo l’introduzione dei vaccini che ne hanno via via smorzato la potenza e l’efficacia.
Impressionante il numero dei contagiati dal 23 febbraio 2020 ad oggi in provincia di Sondrio, perché parliamo di 68.008 persone, in base all’ultimo dato a disposizione da Regione Lombardia, quello riferito a venerdì scorso. Parliamo del 38% della popolazione provinciale interessata dal contagio (al conteggio sfuggono tutti coloro che non l’hanno comunicato, ndr) che è arrivato a mietere 762 vittime. Ufficialmentre, perché questi sono i morti con test Covid positivo: nel novero, quindi, non ci sono tutti gli anziani morti per o con Covid vuoi nelle Rsa, vuoi a casa loro. Decessi che non sono stati sottoposti a tampone considerato che, come si ricorderà, all’epoca le Rsa non erano neppure dotate di questo strumento, né erano autorizzate ad utilizzarlo.
Era il marzo-aprile del 2020, quello segnato da file di bare uscite da buona parte delle nostre Rsa. Motivo per cui, questo dato pur alto di 762 morti, in realtà va considerato per difetto.
Ricordiamo che solo nel 2020, sono stati 319 i morti per Covid al Morelli di Sondalo, scesi a 162 nel 2021, per un totale di 511 vittime nei due anni. Il dato definitivo del 2022 non è ancora stato fornito. Per arrivare al numero complessivo di 762 ne mancano 251: sono quelli morti al Morelli nel 2002 più i morti nelle Rsa, nelle case o negli ospedali fuori provincia, tanto più considerato che nell’ultimo anno al Morelli non è più attiva la Terapia intensiva Covid.
Allarme continuo
Non va pensato tuttavia che anche se il virus si è fatto meno aggressivo, di coronavirus oggi non si muoia più, perché purtroppo non è così. Si muore ancora e i dati lo confermano.
Il report regionale di venerdì scorso, riferito alla nostra provincia, indicava in due i morti Covid della settimana, nessuno quella precedente, tre nella settimana di inizio febbraio. Sono per lo più persone fragili, questo va ribadito, cioè anziani o persone immunocompromesse o pluripatologiche non riescono a sconfiggere l’aggravante del contagio da Covid, che sul loro quadro clinico pesa molto più del normale.
Il contagio, a livello territoriale, ha colpito molto duro in alcune aree della provincia. C’è Grosio al vertice della classifica dei paesi con più di 600 contagi e con più casi rispetto alla popolazione. Qui si è contagiato il 47,10% dei residenti, per un totale di 2.084 positivi nei tre anni; poco distante è Dubino (45,14% e 1.664 casi). Seguono Traona (42,14% e 1.179) e Gordona (41,96% e 824). Chiudono la classifica Berbenno (41,53%), Valdisotto (40,83%), Buglio in Monte (40,73%), Chiuro, (40,31%) e Morbegno (40,27%).
Buona parte di questi paesi ospita strutture residenziali, come Grosio, Dubino, Traona, Berbenno, Chiuro, Morbegno. L’ultima, contenuta in dieci casi, asintomatici o quasi, si è avuta in Rsd (residenza per disabili) a Nuova Olonio pochi giorni fa.
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