Sicurezza in ospedale: tredici telecamere per controllare cosa succede nei Pronto soccorso

Sanità Acquistate da Asst dopo la delibera regionale - Sono previste a Sondrio, Sondalo, Chiavenna e Morbegno - Marchica: «Servirebbero anche le guardie giurate»

Prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari nel contesto del Pronto soccorso. Questa la ratio che ha determinato la giunta regionale lombarda a prevedere l’installazione di sistemi di videosorveglianza in queste realtà, comprese quelle della provincia di Sondrio.

Tant’è che, in ottemperanza alla delibera della giunta regionale del 5 settembre dello scorso anno, Asst Valtellina e Alto Lario ha provveduto all’acquisto di 13 telecamere destinate ai Pronto soccorso di Sondalo, Sondrio e Chiavenna e al Punto di primo intervento di Morbegno, tenuto conto che a Sondrio sono già presenti ed attivi quattro apparecchi di videosorveglianza.

A regime, quindi, le telecamere attive nei quattro Pronto soccorso aziendali saranno 17, utili a fotografare e monitorare la situazione a tutela della sicurezza degli operatori sanitari, a garanzia del patrimonio mobiliare e immobiliare di Asst e, ovviamente, a tutela dei pazienti rispetto a possibili aggressioni, furti, rapine e danneggiamenti.

In particolare, le telecamere saranno montate in modo da tenere monitorati gli accessi ai Pronto soccorso sia dall’esterno che dall’interno, terranno sotto controllo le sale d’attesa, la sala triage con attenzione al paziente, le “camere calde” e i corridoi di passaggio e di accesso alle sale visita.

A Sondrio, dove già sono in funzione quattro telecamere, ne verranno introdotte altre due, mentre a Chiavenna ne verranno installate tre; altrettante a Morbegno mentre cinque sono quelle previste a Sondalo.

L’investimento complessivo è di 8.228 euro, ritenuto necessario considerato il livello di tensione sociale ormai, raggiunto, e che si manifesta anche in atti di aggressione o tentata tale al personale sanitario in servizio.

Basti ricordare il recente l’episodio occorso al Pronto soccorso di Sondalo e che ha coinvolto, in particolare, il personale di Valtellina Soccorso, alle prese con una giovane paziente in stato di ebbrezza alcolica.

Ma non sempre e non solo i problemi sono provocati dai pazienti, perché spesso nascono e degenerano alterchi anche fra operatori e famigliari di persone in cura.

«Situazioni ricorrenti - sottolinea Gerlando Marchica, referente provinciale del sindacato autonomo Csa - e tali per cui, a nostro avviso, un sistema di videosorveglianza come quello allestito in Asst va molto bene, ma non basta. Perché nel momento in cui scoppia un alterco in realtà di frontiera come sono i Pronto soccorso, occorre anche che qualcuno, preposto, possa intervenire subito a dirimere le questioni. Altrimenti rischiano di degenerare in modo anche pericoloso per tutte le persone coinvolte».

«Come sindacato, coinvolti da Asst nella partita, come tutte le altre parti sindacali - aggiunge Marchica - abbiamo dato il nostro ok alla videosorveglianza, precisando però che andrebbero introdotte anche le figure delle guardie giurate che, al momento, sono presenti solo a Sondalo. Non ci sono però a Sondrio, Morbegno, Chiavenna e negli altri Punti di primo intervento come Livigno, ad esempio. Invece sono fondamentali e possono fare la differenza».

Da questo punto di vista, Asst ha risposto affermando di avere applicato le normative regionali che non prevedono l’utilizzo di guardie giurate.

Ovviamente, le immagini riprese da queste telecamere potranno essere richieste, quando ne ricorrono gli estremi, dalle forze dell’ordine, ma anche da persone esterne ad Asst che abbiano presentato denunce per danni subiti o supposti, ma va tenuto presente che la memorizzazione delle immagini è garantita per quattro giorni.

Non è dato sapere entro quando l’allestimento sarà completato, ma è una certezza che siamo ormai in dirittura d’arrivo.

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