«Siccità, inverno straordinario»
Non piove, riserve d’acqua -66%

Parravicini (Arpa): «Le piogge sono solo un quarto della media degli ultimi 15 anni»

Basta un’occhiata alle web cam delle principali stazioni sciistiche di casa nostra per rendersi conto dello stato dell’arte.

Montagne brulle fino a quota 2.200 metri, perché bisogna andare oltre questo limite per intercettare la neve naturale. Al di sotto, dove c’è, è tutta artificiale e serve le piste da sci di skiaree che hanno potuto contare, da inizio stagione, solo sulla nevicata dell’8 dicembre dello scorso anno, tanto beneaugurante, quanto unica, perché, dopo di allora, di fiocchi non se ne sono più visti.

Manto artificiale

Un minimo di copertura bianca, quanto basta per fare un poco di paesaggio invernale, la sfoggia Livigno, poi, per il resto, da Madesimo, ad Aprica, alla Valmalenco, a Bormio, ad essere bianche sono solo le piste da sci dove, i cannoni, hanno sparato e continuano a sparare neve a spron battuto, col risultato di garantire, sì, la fruibilità delle skiaree, ma a costi elevatissimi, perché le bollette giunte agli impiantisti, a dicembre, erano da capogiro.

E così sarà anche per gennaio, complici anche gli aumenti esponenziali del costo dell’energia.

E secondo le previsioni, se non cambieranno, sarà con ogni probabilità così anche a febbraio, perché,almeno fino al giorno 6 non c’è da aspettarsi la nevicata tanto attesa.

Qualche fiocco sopra i mille metri potrebbe anche fare capolino, ma si rischia di non andare oltre i 3-10 centimetri, lunedì sulle Retiche, molto meno sulle Orobiche.

Il paragone

«E’ un inverno avaro in termini di precipitazioni - precisa Paola Parravicini, idrologa di Arpa Lombardia - con i mesi di dicembre e di gennaio molto asciutti, mentre il novembre dello scorso anno è stato nella media e l’ottobre un poco sotto la media. Morale, a livello regionale la media delle precipitazioni di dicembre è stata di 26 millimetri, di pioggia e neve, contro gli 81 del quindicennio preso a termine di paragone, ovvero quello fra il 2006 e il 2020.

Per quanto riguarda gennaio, siamo sui 14 millimetri di precipitazioni medie contro i 57 del quindicennio considerato. Peggio di così, sempre in relazione ai 15 anni precedenti, è andata solo nel dicembre del 2016 e nel gennaio del 2017, quando addirittura avevamo avuto solo 6 mm di precipitazioni. Però possiamo dire che quest’inverno rientra fra quelli eccezionali dal punto di vista della siccità».

Ciò si ripercuote sulle riserve idriche, perché la mancanza di neve in quota, le “prosciuga”, tant’è il livello di fiumi e torrenti è bassissimo. «Siamo circa il 66% sotto la media del quindicennio considerato - precisa ancora Paola Parravicini - tant’è che su tutto l’arco alpino lombardo possiamo contare su una riserva idrica di 10 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 3.570 milioni dello stesso periodo dello scorso anno».

Prospettive

Ironia della sorte. Lo scorso anno, quando le stazioni sciistiche erano in totale lockdown, l’innevamento era stato ottimale, mentre quest’anno, quello che doveva essere della grande ripresa, siamo all’asciutto. E non è che ci siano, nuvole in vista, niente affatto.

«Qualche debole precipitazione, ma proprio nulla di significativo - dice l’esperta - potrebbe affacciarsi fra domani e martedì, ma almeno fino a domenica prossima 6 febbraio, non ci sono cambiamenti sostanziali in vista. Occorrerà fare i conti ancora per parecchi giorni con questo andamento climatico».

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