Santuario di Gallivaggio, lavori più vicini. Entro fine anno l’intesa per il primo lotto

San Giacomo Filippo Don Caelli: «Copertura fondi per interno ed esterno del corpo principale». Verrà ratificato l’accordo tra Regione, Provincia, Comune, Diocesi e Comunità Montana

Protocollo d’intesa firmato entro la fine dell’anno, apertura del cantiere nel 2023. L’estate ha portato al collaudo del nuovo vallo a protezione del nucleo di Gallivaggio di San Giacomo Filippo dal rischio di nuove frane e alla revoca dell’ordinanza comunale che da 4 anni vieta ogni attività che non sia il mero passaggio sulla statale 36. Ora arriva la svolta per i lavori di riqualificazione del santuario mariano, colpito dalla frana caduta il 29 maggio 2018.

Copertura finanziaria

Ad annunciare le novità, e presto ne arriveranno altre, l’arciprete di Chiavenna don Andrea Caelli: «Entro il 31 dicembre – spiega – sarà ratificato l’accordo tra Regione Lombardia, Provincia di Sondrio, Comunità montana, Comune di San Giacomo Filippo e Diocesi per la copertura finanziaria del primo lotto di lavori. Quello che riguarda l’interno e l’esterno del corpo principale del santuario».

Come noto c’è già un progetto, che prevede il completamento dell’intervento diversi lotti. Il primo è quello più importante. Mancano le cifre, e qualche schiarita potrebbe arrivare già nei prossimi giorni, ma già si sa che una parte cospicua dei costi sarà coperta da Regione e Provincia.

Si parte con il ripristino strutturale del santuario, comprese le operazioni di messa in sicurezza degli intonaci, delle parti affrescate, stucchi distaccati dal sottostante supporto murario e riadesione delle parti crollate e recuperate. Quindi il restauro vero e proprio del santuario. Affreschi, intonaci, cornicioni, parti solamente intonacate, parti lignee, graniti, decori. La terza fase del primo lotto contempla le lavorazione necessarie per il restauro architettonico delle opere di finitura consistenti nella manutenzione dell’organo a canne, che andrà completamente smontato, pulito e rimontato, nel restauro delle tele del Duchino e del Ligari, conservate temporaneamente a San Lorenzo come la statua della Madonna, e gli arredi.

Una spesa di sei milioni

Il costo complessivo di tutti i lotti si aggira attorno ai 6 milioni. Per il solo santuario siamo oltre 4 milioni. Immediatamente dopo l’evento franoso furono rimossi i detriti presenti all’interno e all’esterno del santuario per poter rilevare i danni subiti dal complesso. Venne posta una copertura provvisoria al tetto e alla parete a monte per evitare infiltrazioni e sono state consolidate il tetto e le mura del santuario.

Rimangono fuori la torre campanaria, la casa del pellegrino, la casa parrocchiale, la scala santa e altri edifici minori. C’è poi la raccolta fondi aperta nel 2019 da un’apposita commissione parrocchiale: «La nostra intenzione – conclude don Caelli – ora che avremo un quadro più chiaro è di rilanciare la raccolta fondi, perché di risorse ci sarà ancora bisogno».

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