«Sanità, situazione insostenibile. Medici ospedalieri calati del 30%»

I numeri Conferenza dei rappresentanti sindacali: «Non retribuite 800 ore lavorate a testa»

Gli ospedali di Sondrio hanno perso in tre anni un terzo dei medici in servizio, e quelli che sono rimasti al 31 maggio hanno accumulato ciascuno oltre 800 ore lavorate non retribuite . E al 31 dicembre scorso risultavano 49 giorni di ferie non godute a testa.

I numeri confermano che la situazione della sanità valtellinese e valchiavennasca è insostenibile: a lanciare l’allarme sono le organizzazioni sindacali Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cgil medici, Cisl medici, Fassid, Fesmed, Fm Uil Fpl e Fvm Fials medici, che ieri hanno convocato una conferenza stampa congiunta per illustrare le impossibili condizioni di lavoro della categoria ma anche i danni che questa situazione provoca ai cittadini.

«Un atto dovuto»

«Questo incontro con la stampa fa seguito ad un precedente del gennaio 2017 – la premessa di Elisabetta Vitali di Anaao Assomed, portavoce dei sindacati - non è dettato da esigenza di denuncia, non è un moto di protesta rivolto verso chicchessia abbia responsabilità nella gestione sanitaria della nostra provincia. È solo un atto dovuto: quello di rappresentare l’opinione degli operatori qualificati di un settore oggetto di fortissime criticità, un settore cruciale per le necessità di tutti i cittadini della nostra bellissima e mal servita valle».

Numeri alla mano, i rappresentanti dei medici hanno illustrato un quadro davvero allarmante: dal primo gennaio ad oggi la dirigenza medica e sanitaria è passata da da 443 a 316 unità (127 unità, il 28,7% in meno) e sono già in previsione ulteriori uscite per pensionamenti e trasferimenti presso altre aziende ospedaliere.

Il personale medico aziendale dell’Asst Valtellina e Alto Lario al 31 maggio 2022 ha accumulato 256.127 ore lavorate non retribuite (più di 800 ore a testa), al 31 dicembre 2021 ha accumulato 15.522 giorni di ferie non godute (49 giorni pro capite).

Solo per fare qualche esempio,, i medici di Cardiologia nei vari presìdi sono dimezzati, passando da 16 a 8 in tre anni e mezzo, quelli di Neurologia erano 10 e ora sono 2; nei reparti di Ginecologia e Ostetricia si è passati da 25 a 15 medici, in Pneumologia ora sono 2, un quarto rispetto agli 8 del 2019. Ci sono poi gli anestesisti e rianimatori, che erano 34 e adesso sono 24, gli ortopedici passati da 14 a 10, i radiologi passati da 21 a 13 e gli urologi dimezzati, da 10 a 5, mentre i medici di pronto soccorso erano 15 nel 2019 e ora sono 12.

«Data la gravità della situazione - hanno spiegato i medici durante la conferenza stampa - la Direzione aziendale, per cercare di mantenere gli standard minimi di accreditamento dei presidi ospedalieri, si è vista costretta ad ingaggiare professionisti extraziendali (cooperative e liberi professionisti) attraverso onerosi appalti con ulteriore aggravio di spesa. Attualmente in Asst sono appaltati i servizi di Ps di Sondalo e Chiavenna, la Guardia di Ortopedia di Sondalo e di Sondrio, la Guardia di Cardiologia di Sondalo e di Sondrio, la Guardia di Pediatria di Sondalo, la Guardia di Ginecologia di Sondalo, parzialmente il servizio di Emodinamica a Sondrio. E a breve si aggiungeranno la Radiologia e parzialmente la Guardia anestesiologica di Chiavenna».

Le soluzioni non bastano

«Malgrado ciò per alcune unità operative, come la Neurologia, neanche questa ricerca ha potuto garantire il reperimento del personale necessario al mantenimento delle prestazione precedentemente erogate, e questo spiega la temporanea chiusura della stroke unit».

«Tale situazione - hanno concluso - si è tradotta e si traduce nel fatto che i servizi al cittadino sono stati sempre garantiti solo grazie alla fattiva presenza e all’abnegazione del personale tutto, che è riuscito tra enormi difficoltà ad evitare interruzioni del pubblico servizio».

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