Risparmi sulle bollette di luce e gas. «Il Comune si era già portato avanti»

Chiavenna Dal piano per abbassare l’illuminazione pubblica nelle ore non necessarie al giro di vite su riscaldamento e condizionatori varato insieme alla Comunità montana

«Attendiamo notizie dal Governo per ulteriori provvedimenti, ma noi passi significativi in tema di risparmio energetico li abbiamo già compiuti». Chiavenna risparmia, e presto lo faranno volenti o nolenti anche gli altri comuni, per far fronte ai rincari dei costi legati all’energia.

Per l’illuminazione pubblica e per gli edifici comunali, scuole comprese, e per il gas da riscaldamento.

«Il buon senso»

«Già da prima dell’emergere dell’impennata dei prezzi per gli approvvigionamenti energetici – spiega il vicesindaco di Chiavenna Davide Trussoni – avevamo varato un piano che prevedeva di smorzare e le luci dell’illuminazione pubblica nelle ore meno necessarie. Un provvedimento di buon senso, slegato dalla contingenza attuale».

Della luce più fioca, che già è ridottissima rispetto alle ormai dimenticate lampade a incandescenza che venivano utilizzate alcuni anni fa e che sono state completamente sostituite, si sono accorti in tanti. Ma non è tutto. Già con l’inizio del conflitto in Ucraina sia il Comune sia la Comunità montana avevano deciso di dare un giro di vite sul fronte del riscaldamento invernale e del condizionamento estivo. Un atto di indirizzo che spettava agli uffici mettere in pratica fissando dei paletti più restrittivi rispetto alla norma in vigore.

Le ipotesi al vaglio

La normativa nazionale fissa a 20 gradi centigradi, con due gradi di tolleranza, la temperatura che non deve essere superata nelle abitazioni, negli uffici, nelle scuole e in tutti gli altri edifici. Nemmeno pochissimi e, infatti, il Governo sta pensando ad una stretta: «In questi giorni – conclude Trussoni – dovrebbero arrivare novità. Attualmente l’ipotesi più gettonata è quella di uno scostamento di bilancio per venire incontro a famiglie e imprese o un tetto al costo del gas. C’è, però, un altro livello di intervento paventato nel caso in cui le cose non dovessero incanalarsi nel verso giusto. Le ultime notizie parlano di una riduzione delle temperature massime di due gradi, quindi 18-20, e delle ore di accensione giornaliere. Per tutti, non solo per gli edifici pubblici. Per l’elettricità, invece, si parla di un taglio del 40% del consumi attuali da parte del settore pubblico. Finora, insomma, non c’è stato un obbligo anche per chi ha deciso, si parla di riscaldamento, di prendere provvedimenti. Si tratta di atti di indirizzo rivolti agli uffici, che in ogni caso saranno confermati anche quest’anno. Alcuni correttivi sono stati messi, anche con qualche resistenza da parte dei dipendenti più freddolosi in alcuni casi. Poca roba se da Governo arriverà un vero e proprio giro di vite che comprenderà anche le scuole.

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