Risonanza magnetica fra 4 mesi, soltanto di sera. E a 70 km da casa. «Che sanità e?»

Sanità La denuncia di una mamma di Villa di Chiavenna. «Unica possibilità il 23 novembre alle 21.30 a Sondrio»

«Non ce l’ho né con gli addetti alle casse dell’ospedale di Chiavenna, che sono stati molto gentili, né con chi effettua materialmente questo genere di esami, però sentirmi dire che per la risonanza magnetica avrei dovuto attendere fino al 23 novembre e, soprattutto, che l’unica possibilità era doverla fare nella fascia serale alle 21.30, mi è sembrato davvero troppo. Sono una mamma con due bambini piccoli, di otto mesi e di tre anni. Come faccio di sera a muovermi fino a Sondrio e tornare a Villa di Chiavenna? Non riesco».

Tante volte una storia vale più di mille parole sullo stato della nostra sanità. La storia è quella di Arianna Rodigari, 30 anni, moglie e mamma di Villa di Chiavenna, che mercoledì mattina ha chiamato l’ospedale di Chiavenna per prenotare una risonanza magnetica per lei stessa.

Già sapeva che questo tipo di esame non si può effettuare sul posto, ma non aveva messo in conto gli effetti della sospensione delle nuove prenotazioni, in vigore dal 1 settembre prossimo, ma che già produce subito i suoi effetti, considerato l’arretrato che c’è.

«Sapevo già che sarei dovuta andare fino a Sondrio - dice Arianna - (142 km tra andata e ritorno, ndr) e infatti subito mi hanno proposto la prima data utile, che era il 23 novembre. Ci sarebbe stato disponibile anche Sondalo, ma non sarebbe stato comunque prima. Oltretutto fino a Sondalo non sarei riuscita ad andare (in questo caso 236 km chilometri e quattro ore di macchina tra andata e ritorno, ndr). Anche perché, ed è questo il punto, mi hanno detto che stanno prendendo solo appuntamenti nella fascia serale, perché quelle diurne sono già tutte occupate per via dell’arretrato».

La domanda sorge spontanea: «Ma come si fa a chiedere a una mamma con figli piccoli di attivarsi in quegli orari a più di 60 chilometri di distanza? - si chiede Arianna Rodigari - Per me vuol dire partire due ore prima per non rientrare prima di mezzanotte. E i bimbi chi li gestisce? Mio marito lavora. E al di la del mio caso personale, penso agli anziani o a chi non è autonomo. Ma come fa a mettersi in strada di sera, per arrivare fino a Sondrio? Anche se fosse accompagnato, dico, sarebbe comunque un grosso disagio».

Sulle prime Arianna non ha saputo né cosa dire né cosa fare. Ha chiesto di posticipare l’esame a dicembre, ma anche in quel caso si poteva solo alla sera.

«A quel punto ho detto di no e ho lanciato un appello su Facebook chiedendo se qualcuno conoscesse posti dove si fanno le risonanze a pagamento - dice -. Mi hanno consigliato di rivolgermi al Centro radiologico valtellinese di Piantedo. Lì mi hanno dato l’appuntamento per il 16 settembre alle 15,20 e mi va benissimo. Non avevo l’urgenza, ma la priorità a 60 giorni. Mi è andata ancora bene, però sono molto rammaricata per la nostra sanità. E’ una cosa incredibile, non si sa più a chi rivolgersi. Ad andarci di mezzo siamo sempre noi, cittadini e, ripeto, in particolare i più fragili, siano bambini o anziani. Non è giusto».

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