
Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 17 Aprile 2023
Raduno degli alpini a Sondrio. «Coltiviamo grandi ideali»
Centenario Piazza gremita per le celebrazioni. Il presidente: «Gente semplice che crede nei valori»
«Coltivatori di ideali». Lo sono stati gli alpini nel passato, lo sono ora e lo saranno nel futuro. L’auspicio più bello espresso dal presidente della Sezione Ana Valtellinese, Gianfranco Giambelli, ieri nel giorno clou dei festeggiamenti per il centenario di fondazione della Sezione, si è manifestato chiaramente in piazza Garibaldi.

(Foto di Luca Gianatti)
Commozione
Una piazza gremita in ogni angolo di persone di ogni età che hanno seguito, con commozione e convinzione, sia la parte istituzionale sia la parte più festosa, lasciando intendere che quel sentimento di “italianità” non è perduto; c’è ancora e sono gli alpini i depositari di quel seme prezioso.

(Foto di Luca Gianatti)
Dopo l’ammassamento, che ha richiesto non poco tempo per disporre gli alpini in ordine, il cerimoniale ha seguito un rigido protocollo iniziato con la resa agli onori al gonfalone della Provincia di Sondrio, decorato con medaglia d’argento al valore militare alla Resistenza, accompagnato da quelli del Comune di Sondrio e della Regione Lombardia.

(Foto di Luca Gianatti)
Sono seguiti gli onori al labaro dell’associazione nazionale degli alpini, decorato con 216 medaglie d’oro al valore militare, e l’alzabandiera. Il primo a prendere la parola per le «allocuzioni», come sono definiti gli interventi in gergo alpino, il presidente della Sezione Ana Valtellinese, Gianfranco Giambelli, che ha parlato a ruota libera e con il cuore il mano, senza nascondere «un’emozione incredibile», come ha detto, nel vedere la piazza così piena.

(Foto di Luca Gianatti)
Dopo aver salutato le autorità, fra cui il presidente nazionale degli alpini Sebastiano Favero, e i sindaci, ringraziandoli per la loro vicinanza, Giambelli ha rinvigorito le convinzioni alpine. «Dobbiamo andare al 15 ottobre 1872 per la nascita delle quindici compagnie degli alpini di cui due (l’11esima Chiavenna e la 12esima Sondrio) parlavano valtellinese – ha dichiarato -. Non c’è casa nella nostra Valle dove non sia sia passato un alpino. Il 17 ottobre 1922, esattamente 101 anni fa, è nata la nostra associazione, una famiglia che è cresciuta con gli anni. Cento anni sono tanti, è cambiato il modo di vivere, molte cose sono cambiate, ma noi siamo sempre stati fedeli ai nostri valori: amore per la patria e per il tricolore, fratellanza, amicizia, ricordo, rispetto, solidarietà. Siamo qui non solo per festeggiare il presente, ma per guardare il futuro con speranza, per continuare a sentirci coltivatori di ideali».
«Siamo protagonisti»
Il presidente ha invitato gli alpini della Sezione - oltre 6.700 gli associati e 74 i gruppi dalla Valchiavenna all’Alta Valle - ad essere protagonisti e «non comparse» nelle comunità.

(Foto di Luca Gianatti)
«Siamo gente semplice che crede in valori che, magari, qualcuno crede superati e invece no, questi valori sono attuali più che mai oggi – ha proseguito -. Lo si percepisce nell’emozione con cui ascoltiamo Il silenzio, nello stare sull’attenti quando sale la bandiera». Giambelli ha salutato, con gioia e orgoglio, i ragazzi del campo scuola, che dovranno imparare i valori alpini affinché la Sezione viva un altro secolo e più con lo spirito di sempre.

(Foto di Luca Gianatti)
Infine l’annuncio dell’atteso regalo per il centenario della Sezione: «La sede non sarà più un miraggio – ha concluso -, sarà realtà. Presto inizieranno i lavori. Dunque viva la Valtellinese, viva gli alpini e viva l’Italia!».

(Foto di Luca Gianatti)
A chiudere i discorsi il presidente nazionale Sebastiano Favero: «Ci siamo sempre quando dobbiamo aiutare qualcuno. Dobbiamo essere capaci, da cittadini, di dare il meglio di noi stessi in servizio o in congedo.

(Foto di Luca Gianatti)
E i ragazzi dovranno essere testimoni e portatori dei nostri valori: questo è l’unico modo per essere concreti e guardare avanti.

(Foto di Luca Gianatti)
Dobbiamo trasmettere quei valori che i nostri “veci” ci hanno lasciato con la cocciutaggine tipica degli uomini di montagna.
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