Pronto soccorso affollati. «Due Centrali anti code»

Il tema Serviranno per le cure non in ospedale e per migliorare i trasporti Sono i primi interventi messi a punto dal nuovo assessore Guido Bertolaso

Passa per l’attivazione di una Centrale medica integrata e di una Centrale operativa il percorso di snellimento della presa in carico dei pazienti che gravitano intorno ai Pronto soccorso lombardi, sempre più sotto pressione anche per il fatto che spesso si registrano delle scoperture nella medicina preventiva e territoriale.

Perché ovunque, e anche in provincia di Sondrio, il fenomeno della carenza di medici di medicina generale, di pediatri di libera scelta e di medici di continuità assistenziale è molto presente e occorre farci i conti, in quanto genera anche, un maggiore ricorso ai Pronto Soccorso.

L’incontro a Sondrio

Guido Bertolaso, assessore regionale al Welfare, nel discorso tenuto due domeniche fa al Teatro Sociale di Sondrio, in occasione dell’evento celebrativo del termine dell’emergenza Covid intitolato “Semplicemente, grazie!”, aveva assicurato ai presenti, in primis agli operatori della sanità, il suo impegno su due fronti specifici, quello del potenziamento dei Pronto soccorso e quello dello sfoltimento delle liste d’attesa «fermo restando che, in entrambi i casi - aveva chiarito -, le misure adottate non potranno prescindere dalla questione degli organici, perché sia i Pronto Soccorso, sia le visite e gli esami richiesti necessitano di personale per essere portati avanti».

Tuttavia Bertolaso, nonostante il breve lasso di tempo che separa il suo mandato dalle prossime elezioni regionali (in programma domenica 12 febbraio dalle 7 alle 23 e lunedì 13 dalle 7 alle 15), ogni tentativo utile a migliorare la situazione intende, come annunciato, farlo e attualmente è al lavoro proprio sui Pronto soccorso.

«Insieme alle direzioni delle aziende socio sanitarie e delle Ats - dice - stiamo definendo e realizzando una serie di interventi, sia di natura preventiva, sia di gestione dell’afflusso dei cittadini che, storicamente, aumenta nel periodo delle festività. E ci muoveremo in due direzioni, ovvero attivando un maggior numero di letti in area subintensiva e di cure intermedie, e insieme attivando una Centrale medica integrata in Pronto soccorso, e una Centrale operativa per il coordinamento dei trasporti».

Ricoveri non necessari

Laddove la Centrale medica integrata risponde, in primis, «ai bisogni di cura di quei cittadini che non necessitano di ricovero in ospedale, ma che possono essere efficacemente gestiti attraverso l’utilizzo della telemedicina - dice Bertolaso - ed eventualmente l’invio a domicilio di team specialistici, mentre la Centrale operativa punta a valorizzare i trasporti intraospedalieri e a rafforzare la rete specialistica degli ospedali e i trasporti dagli stessi verso i luoghi più appropriati di cura».

Tutte operazioni tese a evitare il fenomeno del sovraffollamento dei Pronto soccorso e delle attese nei medesimi. Problema «che rappresenta una vera emergenza - osservano a livello regionale -, che associata a un peggior decorso clinico dei pazienti è anche una delle maggiori cause di fuga dei medici dai servizi di urgenza».

Le maestranze

Quindi l’operazione “efficientamento dei Pronto soccorso” risponde sia alla necessità di migliorare la risposta ai bisogni di salute delle persone, sia a quella di tutelare e valorizzare le maestranze che vi lavorano. Rispetto ai trasporti dai Pronto soccorso della nostra provincia verso gli ospedali vicini, del resto, un potenziamento della rete si impone, considerato quando poco siano presidiati ormai, dal punto di vista specialistico, centri come Chiavenna, Morbegno e Tirano.

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