Parla l’amica di Nicole: «Salva per miracolo grazie a due turiste. Ora deve operarsi»

Chiavenna Nicole Del Curto è stata investita a Bali da un furgoncino pirata. La raccolta fondi per le cure. Ora si trova in un ospedale privato australiano

«Sono una persona estremamente agitata che, in queste ore, sta riscoprendo una calma fuori controllo. Non so da dove mi viene. Penso dalla situazione che sto vivendo e dalla necessità di fare tutto il possibile, e in fretta, per assicurare le migliori cure a Nicole, che ho conosciuto in agosto,nel ristorante “Il Salotto”, a Uluwatu, nel sud di Bali, e da allora siamo diventate amiche. Una ragazza appassionata di surf come me, con la quale mi sono subito trovata a surfare».

A parlare da Uluwatu è Alessandra Somensi, 27 anni, di Milano, influencer nota per aver partecipato alla trasmissione Mediaset “Uomini e donne”, condotta da Maria De Filippi, nella scorsa edizione e l’amica cui si riferisce è Nicole Del Curto, 22 anni, di Chiavenna, reduce da un incidente stradale avvenuto a Bali, sabato notte, e per la quale si è temuto il peggio.

Salvi gli organi vitali

«Nonostante tutto, però, gli organi vitali di Nicole sono salvi - assicura l’amica Alessandra -, per cui non rischia la vita, però, ha subìto traumi ovunque ed è tutta un dolore. Ha il volto tutto tumefatto, ha perso anche i denti, eppure, nonostante non avesse il casco, non ha riportato traumi tali da metterla in pericolo. Dovrà fare molta fisioterapia al braccio destro, perché è fratturato e in generale, per lei, la riabilitazione sarà lunga. Però i medici dicono che ce la farà. Questa mattina (ieri, tenendo presente che a Bali le lancette sono avanti sette ore rispetto a noi, ndr), alle 6 ero da lei in ospedale. L’ho trovata distrutta e spaventata, ma mi ha riconosciuta e le ha fatto molto piacere ascoltare i messaggi giunti su Instagram e che le ho letto. Ringrazia tutti». Ma come è arrivata all’ospedale privato Bimc Kuta di Bali dove ora si trova, Nicole? Cosa le è successo per finire in quelle condizioni e per necessitare della generosità di tante persone, tenuto conto che erano più di 3.200 quelle che ieri pomeriggio avevano donato dai cinque ai duemila euro, fino a totalizzarne più di 111mila in poco più di 24 ore?

«Nicole stava rientrando a casa dal lavoro, sabato notte, in motorino, quando è stata travolta da un camioncino - ci dice Alessandra al telefono - che ha tirato dritto. Lei, da agosto, lavora al ristorante “Il Salotto” come manager di sala. Nonostante la giovane età è molto brava e riesce a gestire bene anche tutti i ragazzi che deve coordinare. E all’1.30, al termine del servizio, ha preso il motorino e si è messa in strada per tornare a casa. Poi, deve essersi fermata, non so se per mandare un messaggio o che altro e mentre scendeva dal motorino è stata travolta. Era in una zona isolata di Uluwatu, però, tante persone sono passate, hanno filmato la scena, perché mi hanno fatto vedere i video, ma non le hanno prestato soccorso. Si vede lei lì, a terra, inerme, e nessuno che le dà una mano. Fino all’arrivo di due ragazze australiane di rientro da una festa. Una di loro è infermiera e si è subito resa conto della gravità della situazione. Ha visto che perdeva sangue dalla bocca e l’ha spostata sul fianco, per evitare che soffocasse, chiedendole di respirare. Poi hanno detto ai presenti di chiamare l’ambulanza, ma nessuna ambulanza si è vista. Fino a quando è passato un giovane indonesiano in auto e lui l’ha messa sul sedile posteriore, e portata al più vicino ospedale pubblico».

Dopo venti minuti di strada Nicole è arrivata in ospedale, scortata dalle due ragazze australiane che, nelle prime ore del post incidente, hanno fatto la differenza.

L’allarme dei genitori

«Io sono stata avvisata al telefono dalla mamma di Nicole dell’incidente alle 7.30 del mattino di domenica e mi sono precipitata in ospedale - dice Alessandra -. Lì ho potuto constatare quanto scarsa fosse l’assistenza ed elevata la sporcizia. Addirittura le ragazze australiane mi hanno detto che la mia amica aveva preso a vomitare e che se non fossero intervenute loro rischiava di soffocare dato che aveva anche la mascherina dell’ossigeno. Lì mi sono determinata ad organizzare lo spostamento sull’ospedale privato Bimc Kuta che già conoscevo. Ho chiamato l’ambulanza, ho preso accordi, e ho curato questo passaggio, insieme ai datori di lavoro di Nicole e alla comunità italiana di Bali che è stata sollecita e preziosa». Si è trattato di pagare le spese dell’ospedale pubblico e del trasporto in ambulanza, ma, poi, sarebbe venuto tutto il resto.

«Qui a Bali tutto deve essere pagato - dice Alessandra Somensi -. Solo per entrare al Bimc occorre versare 30mila euro ed ogni cosa ha un prezzo. È vero che Nicole è assicurata, e ho contattato l’assicurazione per capire se copriva i costi e quali i tempi di corresponsione, ma, a parte il fatto che ancora ora (ieri pomeriggio, nda) non ci ha risposto circa la copertura o meno, non potevamo attendere. Nicole aveva bisogno di essere intubata e chiedevano soldi anche per quello. C’è un tariffario per ogni cosa, per le radiografie, la risonanza, l’intervento che sta facendo oggi, e sono cifre molto alte. Per questo ho chiamato i suoi, Patrizia e Raffaele e con loro abbiamo deciso di avviare una campagna con “Gofundme”, che sta avendo un’adesione altissima. Segno anche che i follower non sono solo coloro che mettono i cuoricini, ma che si attivano in prima persona in aiuto alle persone e questo è motivo, per me, di grande soddisfazione».

Alessandra è un personaggio pubblico, con un seguito di migliaia di follower che la supportano in questa impresa titanica.

«Ora attendiamo l’arrivo della mamma, del papà e del fratello Dario di Nicole - dice -. L’ambasciata ha fatto avere loro i passaporti in cinque ore e stanno partendo. Il fratello Luca, è già partito domenica, ma il volo era in ritardo ed ha perso la coincidenza a Dubai. Sarà, comunque, presto qui. Quanto a Nicole, appena possibile, tornerà in Italia - dice Alessandra - e lo farò anch’io. Sono choccata, non riesco nemmeno a prendere più il motorino, giro in taxi. Le avevo detto di mettere il casco, ma qui non c’è l’obbligo e non lo fa nessuno. Fa troppo caldo... Quanto agli aspetti legali, noi abbiamo fatto denuncia alla Polizia, ma, poi, ci siamo concentrati su Nicole e la sua sopravvivenza».

Elisabetta Del Curto

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