Ospitati 80 profughi
solo in Valchiavenna
I bimbi già all’asilo

La situazioneFunziona il sistema di accoglienza Trussoni: «Lavoro di squadra ben coordinato» A disposizione alloggi al Vallesana e dalla Croce Rossa

Quel che è certo è che, a ieri, i profughi ucraini accolti in Valchiavenna erano 80, in parte ospitati da connazionali, siano parenti o amici, in parte negli appartamenti nella disponibilità della Caritas intervicariale di Chiavenna e Prata Camportaccio e delle relative parrocchie e, in parte, in appartamenti messi a disposizione da famiglie del posto o in casa delle famiglie stesse.

Lavoro di squadra

In particolare, le famiglie ospitanti sono 27 e gli spazi abitativi complessivi sono 41, tra quelli dei privati (tra cui un b&b) e quelli in capo alla parrocchia.

Il flusso è monitorato costantemente dal “Gruppo per l’emergenza in Ucraina”, sorto in Comune a Chiavenna lunedì 28 febbraio, e che da allora non ha smesso un solo istante di occuparsi del problema in termini di raccolta fondi e vivere e, ancor più, di accoglienza. Quest’ultima è gestita in primis dall’Ufficio di Piano della Comunità Montana Valchiavenna «ma il lavoro - spiega il presidente Davide Trussoni - è assolutamente, di squadra».

E non potrebbe essere diversamente perché, in una situazione così delicata e complessa, nulla può essere concesso all’improvvisazione e difficilmente, da soli, si andrebbe lontano.

«Stiamo lavorando in modo coordinato - afferma Trussoni - Comunità montana, Comune di Chiavenna, parrocchie di Chiavenna e Prata, Caritas, Croce Rossa, e comunità ucraina locale. Domani (oggi, per chi legge, nda), abbiamo una nuova riunione del tavolo di coordinamento. Quel che è certo è che il primo step dell’accoglienza, quello relativo all’ospitalità garantita dalla sola comunità ucraina è già saturo, per cui siamo passati al secondo, garantendo ospitalità nelle strutture Caritas e parrocchiali, e al terzo, cioè attingendo alle disponibilità garantite dalle famiglie del posto».

Si tratta quindi di un’ospitalità diffusa, distribuita su tutta la Valchiavenna, a partire da Borgonuovo di Piuro, dove già il 27 febbraio sono arrivati i primi due profughi, una ragazza di 16 anni e un bimbo di 4 anni e mezzo, ospiti di zia Vira, sposata e lì residente.

Il piccolo, Denis, un bellissimo bambino molto vispo, frequenta l’asilo del posto dall’inizio di questa settimana e come lui ci sono altri tre bimbi ucraini giunti in valle. Due hanno iniziato martedì la frequenza al comprensivo Garibaldi: sono una bimba di cinque anni entrata all’asilo e del fratellino di due anni, entrato al nido comunale.

Istruzione

«Senza eccessivi patemi - precisa Francesco La Vecchia, dirigente del comprensivo Garibaldi - perché, ormai, le insegnanti sono pronte anche a questo tipo di inserimenti ed è intenzione di andare a creare una rete di mediatori culturali che, in tutta la valle, ci possano supportare anche in futuro».

Ciò che è fondamentale anche ai fini di una reale integrazione, «Un aspetto che ci sta molto a cuore - precisa Davide Trussoni - perché al di la del fatto che al momento non è possibile sapere quanto durerà questo stato di cose, secondo noi è preferibile inserire i profughi in contesti famigliari già esistenti, piuttosto che dirottarli su centri di accoglienza veri e propri, come alberghi o altre strutture che, piano piano, verranno individuate anche a livello provinciale».

Al Vallesana di Sondalo, ad esempio, sono già a disposizione 48 posti, così come altri 40 li ha messi a disposizione la ex Colonia di Roncaglia di Civo, altri 20 la Croce Rossa di Sondrio, e spazi sono già nella disponibilità della rete dell’accoglienza della Prefettura e altri se ne aggiungeranno.

Certamente fondamentali nel momento in cui si tratterà di ospitare grandi numeri di profughi distribuiti sul territorio dalla “centrale operativa” per l’emergenza regionale, posta in capo a Guido Bertolaso.

Per ora, il grosso dei profughi è in Valchiavenna, una decina sono arrivati nel Morbegnese, e alcuni nuclei sono attesi a Tirano e Sondrio.

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