Olimpiadi, “scontro” web
tra Valchiavenna e Alta Valle

Un post di Trussoni, presidente della Comunità montana di Chiavenna, scatena la polemica con i sindaci in guerra per il Morelli

Mentre si consuma un’emergenza Covid senza precedenti, per pressione su un sistema sanitario letteralmente al collasso, Alta Valle e Valchiavenna, i due territori più periferici e più orientati al turismo di tutta la provincia, si prendono per le corna.

Motivo? Le assegnazioni per i Giochi olimpici del 2026. Sui quali lo “scorno” era già intervenuto in precedenza, nel momento in cui la Valchiavenna ha capito di essere esclusa dalla partita e, quindi, ha scritto in Regione e in Provincia chiedendo attenzione ai propri problemi: ammodernamento degli impianti sportivi, della rete stradale, del collegamento internazionale dello Spluga e della rete ferroviaria, la Colico-Chiavenna.

L’affondo

Dopodiché, a surriscaldare gli animi, è giunto il post pubblicato giovedì sul proprio profilo Facebook, da Davide Trussoni, presidente della Comunità montana Valchiavenna. «La Valchiavenna ha i progetti pronti, noi siamo sempre disponibili», che ha taggato a otto sindaci della Valchiavenna, e ad Attilio Fontana, governatore regionale, Massimo Sertori, assessore regionale alla Montagna, Claudia Maria Terzi, assessore ai Trasporti, e Antonio Rossi, delegato per le Olimpiadi del 2026.

Disponibilità rimarcata dalla Valchiavenna, in netta contrapposizione alla chiusura manifestata dai sindaci dell’Alta Valle, che hanno disertato l’incontro indetto da Sertori, mercoledì, per fare il punto sulle opere per le Olimpiadi del 2026 in Alta Valle. Incontro cui, però, Luca Bellotti, vicesindaco di Valfurva, ha precisato aver partecipato. Una matassa ingarbugliata che ha fatto gridare allo scandalo l’Alta Valtellina.

«Che uscita infelice, Davide Trussoni! - ha attaccato Luigi Grassi, ex sindaco di Sondalo e membro del comitato pro Morelli, sul suo profilo Facebook -. Non avrei mai creduto che degli amministratori locali potessero voler sfruttare, così maldestramente, una situazione delicata come quella della salute pubblica per trarne qualche improbabile vantaggio. La Regione si è arrabbiata, perché sei sindaci non hanno voluto piegarsi al volere del potente di turno e come amministratore locale della Valchiavenna, anziché sostenere questa battaglia, per difendere anche il vostro, di ospedale, preferisci un baratto con non si sa cosa?». Pronta la replica di Omar Iacomella, sindaco di Piuro. «Punti di vista - scrive -. Noi crediamo che il confronto sia da fare sui tavoli istituzionali idonei. Non è opportuno, a mio avviso, disertare un tavolo in cui si discutono tematiche ben diverse da quelle per cui si ci batte». Il rischio che Iacomella paventa, è quello di incorrere nell’isolamento definitivo. Ma è Trussoni stesso, da ultimo, a entrare nel dibattito nel tentativo di riportare la barra al centro di una discussione social divenuta senza esclusione di colpi.

«Il mio post - scrive -, come del resto la legittima decisione dei sindaci dell’Alta Valle di non partecipare all’incontro con la Regione, è semplicemente una richiesta di attenzione su aspetti già rappresentati nella lettera inviata a Regione e Provincia il 16 ottobre scorso. Il tema è quello legato allo sviluppo e alla prospettiva dei nostri, intesi come uniti, comprensori sciistici, tema in queste ore ancor più drammaticamente attuale. Chiederei inoltre di evitare strumentalizzazioni su chissà quali strategie occulte, politiche o d’altro, che se mi conoscessi di più (rivolto a Grassi) sapresti che non mi appartengono. Potrei concludere con una battuta: “chi ha il pane non ha i denti...”, ma non arrabbiarti».

Più che un solco, una voragine separa la Valchiavenna dall’Alta Valtellina.

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