Nel bosco per scattare delle foto. «Due lupi apparsi sotto di noi»

Non hanno creduto ai loro occhi, lunedì, quando il lupo, anzi, due lupi, sono transitati una trentina di metri sotto di loro. E non credevano ai loro occhi nemmeno ieri, nel rimirare gli scatti fatti a quota 2000, fra Angeloga e Motta di Campodolcino, sopra Fraciscio.

Località dalla quale sono partiti, alle 6 del mattino lunedì Francesco Triaca, 44 anni, di Chiavenna, e Simone Levi, 45 anni, di Fraciscio, che, da allora, Francesco ha soprannominato “Masai Simo”.

«Perché è grazie a lui se ho potuto vivere l’ esperienza incredibile di incontrare e fotografare nientemeno che due lupi, penso un maschio e una femmina, perché un esemplare aveva una pancia piuttosto rigonfia, come fosse gravida - dice Francesco Triaca - e, soprattutto, di farlo in pieno ambiente naturale. Sicuramente qualcosa che non capita tutti i giorni, che non ha destato in noi alcuna paura, ma ci ha dato una carica di adrenalina incredibile. I lupi ci hanno visti, perché ad un certo punto, hanno guardato verso di noi, però hanno proseguito per la loro strada».

E non è che Francesco e Simone siano usciti in avanscoperta mattutina a “caccia” di lupi da fotografare, niente affatto. «Da due anni a questa parte mi sono appassionato alla fotografia di paesaggio, cosiddetto “landscape”,e di animali in natura, la “wildlifephotografy” - dice Francesco -, per cui ho chiesto a Simone se voleva venire con me per un giro in alta quota sopra Fraciscio, così da fotografare degli animali selvatici, fra cervi, camosci e stambecchi che lì sono di casa».

Animali che, infatti, lungo il percorso hanno incontrato, perché poco dopo la partenza, in mezzo al bosco, sono sfrecciati due camosci, poi, poco sopra, uno stambecco e, dopo un’ora e mezza di cammino, ecco sbucare otto cervi intenti ad attraversare una valletta sopra i due escursionisti fotografi.

«Tutti animali che come sono apparsi sono anche scomparsi - dice Francesco -, tant’è che non si fa neppure in tempo a fotografarli. Ed è spesso così ultimamente. Vanno molto di fretta, come se fossero spaventati. Non so se per via dei lupi. Nel caso dei camosci non direi: scendevano dall’alto, procedendo nella direzione da cui salivano i lupi».

Che i due fotografi hanno intravisto per puro caso.

«É stato Simone a dirmi piano “il lupo, il lupo” - racconta Francesco -. Subito dopo li ho visti. Sono passati una trentina di metri sotto di noi, di gran carriera: hanno compiuto un buon dislivello in pochissimo tempo. Devono essere gran camminatori». In silenzio e in disparte Francesco e Simone hanno scattato, portando a casa immagini incredibili che hanno poi condiviso su Facebook insieme alla loro gioia di fotografi.

«Siamo felici perché fotografare due lupi in quel contesto è un fatto eccezionale - dice Francesco -, però capiamo anche che, oggi, queste presenze ancora contenute non sono un problema, ma rischiano di divenirlo nel prossimo futuro. Non per le persone, perché non fanno niente, vanno per la loro strada, ma per gli allevatori di bestiame. In questo senso è opportuno che le istituzioni si facciano carico per trovare le soluzioni possibili, non so quali, perché non ho competenza in materia, però avverto che un problema potrebbe nascere».

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