Mese, scoppi nella notte sul traliccio

Residenti svegliati da due scoppi distinti. L’area è stata delimitata per motivi di sicurezza

Due scoppi, uno di seguito all’altro, si sono avvertiti distintamente pochi minuti prima della mezzanotte di ieri fra Mese e Chiavenna.

In molti sono sobbalzati sul letto, chiedendosi cosa fosse successo e raggiungendo balconi e finestre per meglio capire. I più non hanno realizzato l’accaduto, mentre qualcuno da lontano ha scorto delle fiamme salire a ridosso di un traliccio dell’alta tensione situato a Mese, in via Butigia, una zona periferica e comunque distante dalla locale centrale idroelettrica.

In parecchi, soprattutto residenti a Mese e Gordona, si sono riversati in strada e hanno raggiunto increduli l’area dello scoppio, subito fermati, però dai Carabinieri di Chiavenna che hanno interdetto a tutti l’avvicinamento alla zona della deflagrazione stante il pericolo che successivi scoppi potessero verificarsi.

Un’area delimitata alla quale non hanno potuto accedere neppure i vigili del fuoco di Mese, subito intervenuti, anche se purtroppo, considerate le rigide norme di sicurezza, non hanno potuto attivarsi. Prima di intraprendere ogni manovra hanno dovuto attendere l’arrivo dei tecnici di Enel distribuzione, gli unici deputati a intervenire in queste circostanze a tutela della sicurezza generale.

Circa un’ora e mezza è così trascorsa, anche se per quanto riguarda il disagio all’utenza, in termini di interruzione della corrente elettrica è stato persino inferiore ai cinque minuti. «A mezzanotte la corrente era già stata ripristinata - assicura Paolo Cipriani sindaco di Mese - perché quasi in automatico, il gestore isola la linea danneggiata e attiva altre linee di distribuzione, per cui di fatto il disagio è stato limitatissimo da questo punto di vista».

Solo ieri mattina qualche problema si registrava ancora sulle linee telefoniche fisse, tant’è che era impossibile, ai vigili del fuoco di Mese comunicare via telefono.

Alla fine si è potuto appurare che a esplodere è stato il trasformatore dell’alta tensione in bassa e a bruciare, in particolare, è stato l’olio che lo alimentava. Difficile invece risalire alle cause, anche perché, in quel momento in Valchiavenna non era in corso alcun temporale per cui nessun fulmine ha centrato il manufatto. Sembra essersi trattato di un semplice corto circuito che ha mandato in tilt il sistema. I rilievi sono comunque in capo ai Carabinieri di Chiavenna.

© RIPRODUZIONE RISERVATA