Lo sci si rialza. E non era scontato

Impiantisti soddisfatti Si parla di un 20% in più di ricavi rispetto allo scorso anno grazie a un’ottima partenza. Poi da marzo la flessione e per Pasqua ancora posti liberi - «Ma basta un po’ di neve e le prospettive cambiano»

Non era scontato, perché enormi erano le preoccupazioni di inizio stagione rispetto alla tenuta delle società impianti in ragione dei maggiori costi energetici e dei carburanti da sopportare, e notevoli i timori che l’aumento generale dei prezzi potesse scoraggiare l’arrivo dei clienti.

Invece le piste da sci della nostra provincia hanno attratto sciatori a frotte, tant’è che il primo bilancio è molto positivo, superiore alle aspettative. Si parla di un 20% in più dei ricavi rispetto allo scorso anno, a Madesimo, a Livigno e ad Aprica, di un 20% in più sia dei ricavi sia dei primi ingressi a Chiesa in Valmalenco, e di un 15% in più dei ricavi a Bormio. E buono l’andamento anche per la Fupes di Pescegallo, in Valgerola, anche se ancora un rendiconto preciso di fine stagione non è stato fatto.

Scarse precipitazioni

A mancare, è noto, è stata la neve, con scarse precipitazioni, per cui si è sopperito quasi in toto con la produzione di neve artificiale e, ora come ora, si sconta la percezione che non vi sia più neve in pista e che, quindi, non sia il caso di raggiungere le nostre località per praticare lo sci. Tant’è che, ovunque, persino a Livigno, il mese in corso non sta dando i risultati attesi e la Pasqua non appare affatto da tutto esaurito.

«È solo una percezione, perché in realtà da noi, su tutta la parte alta del comprensorio, si scia benissimo, soprattutto al mattino - afferma Alessandro Damiani, assessore al Turismo di Aprica -, dopodiché, ovvio, in paese si arriva solo dalla pista Baradello. Ma per il resto il comprensorio è godibile. Se poi, come sembra, dovessero arrivare delle precipitazioni, allora la prospettiva cambierebbe anche per Pasqua».

Nessun impiantista, infatti, ha ancora “smontato le tende” a parte Pescegallo che, vista la carenza di neve e di sciatori, da questa settimana apre solo in certe giornate. «Saremo operativi lunedì e martedì e poi sabato e domenica prossimi - dice Fabio Mattarelli, direttore Fupes -, con la prospettiva di aprire a Pasqua se tutto va bene. Peccato perché abbiamo lavorato molto bene a gennaio e a febbraio, poi a marzo uno stop».

Generalizzato, perché tutte le nostre stazioni in queste ultime settimane non hanno girato come si sperava, neppure nei fine settimana, tant’è che tutti attendono il fine corsa, previsto per l’11 aprile, salvo Livigno, che chiude il 30, per trarre il bilancio definitivo «perché quel 15% in più che abbiamo guadagnato sulla scorsa stagione - osserva Valeriano Giacomelli, ad della Società impianti Bormio - potrebbe anche contrarsi se, da qui a Pasqua, non dovessimo avere sciatori in pista a sufficienza».

Come ad Aprica, anche a Bormio si scia nella parte alta della skiarea, dai 1600 metri del Ciuk fino a quota 3mila, mentre fino a pochi giorni fa si riusciva ad arrivare in paese. Adesso, Bormio paese è brulla e solo una nevicata dell’ultima ora potrebbe mutare il corso delle cose.

Brullo, del resto, il paesaggio persino a Livigno, a quota 1816 metri, dove però le piste restano fruibili fino in paese. «Qui da noi è sempre così perché siamo alti in quota - assicura Marco Rocca, ad della Mottolino spa -, per cui anche in annate scarse di neve naturale come questa, quella artificiale riesce a tenere. Quindi da noi si scia ovunque e si scia bene, però dopo un ottimo avvio di stagione, record rispetto allo scorso anno per ricavi, + 20%, mentre sugli ingressi saremo a un +12%, ora c’è una fase di calo. Anche per la Pasqua non ho la sensazione che siamo al tutto esaurito, ma è anche vero che il turista italiano, in genere, prenota all’ultimo momento».

Madesimo e Chiesa

Si va fino a Pasqua senza problemi anche all’altro capo della provincia, a Madesimo, perla della Vallespluga, dove le piste della Skiarea Valchiavenna sono tutte aperte.

«Nonostante un buon 50% di neve in meno sullo storico - dice Marco Garbin, direttore della Skiarea Valchiavenna -, gli sciatori sono arrivati armati di tanta voglia di neve, di stare all’aria aperta e di divertirsi sugli sci. Siamo contenti».

Soddisfatto, infine, Franco Vismara, ad della Fab, Funivia al Bernina. «Considerata la mancanza di neve naturale ci siamo difesi bene - assicura - e i nostri clienti hanno fatto miracoli. Staremo aperti fino all’11 aprile anche se, probabile, con qualche pista in meno».

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