Il dramma di Andalo

«Il ragazzo era sotto tre metri

Mi sono tuffato senza pensarci»

Parla Simone Ambu, il carabiniere che venerdì si è buttato nel torrente per salvare un dodicenne

Sta lottando per la vita nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Bergamo il ragazzino di 12 anni, nato in Italia e residente a Delebio con la famiglia originaria del Burkina Faso, che venerdì pomeriggio, poco prima delle 14,30, dopo essersi tuffato in una pozza del torrente Lesina, nel territorio comunale di Andalo Valtellino, è rimasto sul fondo, a circa tre metri di profondità, senza riuscire più a riemergere.

Le sue condizioni sono ancora gravissime, è in coma e le prossime ore saranno decisive per sapere se il bambino ce la farà. Ovviamente riservata la prognosi e nulla è dato sapere su quanto potranno pesare, se dovesse farcela, quei minuti senza conoscenza.

Il salvataggio

Ed è grande la preoccupazione tra Andalo e Delebio, tutti tifano per il dodicenne. Il primo, grande tifoso del ragazzino è Simone Ambu, il carabiniere 27enne di Cagliari che, senza pensarci un attimo, si è tuffato in acqua e ha riportato a riva il bambino.

Nuotatore provetto, non ha avuto difficoltà a trarlo in salvo, e poi lo ha affidato alle cure dei paramedici nel frattempo intervenuti sul posto.

«Siamo stati avvisati dalla Centrale operativa di Chiavenna, ci è stato detto che c’era un bambino sul fondo del Lesina, privo di sensi - racconta Ambu, da due anni in servizio alla Stazione carabinieri di Delebio -. Io e il collega siamo arrivati per primi, cinque minuti dopo la chiamata. C’erano diverse persone e alcuni ragazzini, attorno alla pozza, ma nessuno era riuscito ad avvicinarsi abbastanza per tirare fuori il bambino dall’acqua. Io non ho nemmeno dovuto pensarci, mi sono tolto la divisa, mi sono spogliato e mi sono tuffato per cercare di recuperarlo. Non ho avuto problemi, sono arrivato sul fondo, a circa due metri e mezzo, forse tre metri, l’ho afferrato e portato a riva».

Nel frattempo al torrente sono arrivati anche i sanitari del 118. «Una volta portato a riva, l’ho affidato al personale sanitario, hanno iniziato le manovre di soccorso» prosegue il carabiniere.

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