I sindacati sul Morelli
«No a una nuova Asst
Si rischia il collasso»

Cgil, Cisl e Uil Timori per il personale e la scarsa utenza «Per risalire la china meglio una Direzione di presidio La discussione deve tornare nelle mani delle istituzioni»

Su un punto c’è identità di vedute: il progressivo peggioramento dei servizi forniti dall’ospedale Morelli di Sondalo e in generale su tutto il territorio. Per il resto, invece, le posizioni sono distanti. Alla luce della presentazione dei Poas (Piano di organizzazione aziendale strategico) di Asst Valtellina e Alto Lario e Ats della Montagna e all’indomani delle varie posizioni e proposte dei sindaci dell’Alta Valle e del Movimento per l’autonomia del Morelli, Cgil, Cisl e Uil prendono la parola per chiedere in primo luogo che la discussione di tale tema torni urgentemente in capo alle istituzioni, in primis alla Conferenza dei sindaci e al Tavolo provinciale sulla sanità, con un’immediata convocazione delle parti.

Configurazione pre Covid

«Vogliamo un rilancio della nostra sanità pubblica, a partire dal ripristino integrale delle prestazioni erogate dai nostri ospedali, a partire dal Morelli di Sondalo, che nel biennio appena trascorso era stato adibito a ospedale Covid, con perdita di molte delle sue funzioni – spiegano –; pensiamo inoltre a tutta la rete territoriale, che dovrà venire organizzata in base alle disposizioni della legge regionale 22/2021, istituendo, oltre al resto, Case della comunità, Ospedali di comunità, Cot… e non solo».

Lo sguardo poi si sposta sul Morelli. «Rispetto all’ospedale di Sondalo, ribadiamo nuovamente e con forza la necessità, come per tutti gli altri presidi territoriali di un progetto alto, lungimirante, credibile, rispondente ai bisogni della popolazione e in grado di valorizzare le preziose professionalità di chi opera in quella realtà. Da tutti i fronti - così come già avvenne in occasione del Tavolo provinciale sulla sanità del 2019 -, emerge la necessità di dotare la struttura di un’autonomia tale da collocarlo in maniera cruciale e performante all’interno della nostra sanità pubblica provinciale, in grado di rispondere ai bisogni collettivi e, al contempo, poter superare un logorante, non più sostenibile, clima di incertezza e disinvestimenti».

La deriva

Innanzitutto, proseguono i sindacati, «servirebbe dotare l’ospedale di Sondalo di una forte Direzione sanitaria di presidio, in grado di coordinare tutte le sue attività sanitarie. Assistiamo invece a una deriva – continuano le sigle Cgil, Cisl e Uil provinciali -, che se non arrestata, non potrà che acuire l’inevitabile fuga e non attrattività da parte di professionisti e utenti dell’ospedale sondalino».

E ancora: «Rispetto alla creazione di una nuova Asst dell’Alta Valle, riteniamo che oggi, alle condizioni attuali, non si possa procedere in tale senso ottenendo garanzie e certezze per il futuro. Temiamo innanzitutto che, dividendo il personale dell’attuale Asst, entrambe le strutture rischierebbero il collasso sia dal punto di vista del personale, che delle risorse strumentali. Esiste poi un problema di “utenza”, perché con i nostri 180mila abitanti è forte il rischio di non avere abbastanza pazienti. Puntare sul dare una risposta al turismo – continuano i sindacati – è sì importante, ma non può essere sufficiente e alla base della programmazione ospedaliera futura. Per questo bisogna costruire le condizioni per risalire la china e crediamo che una reale e funzionante Direzione di presidio rappresenti un primo passo verso un progetto di autonomia di lungo periodo».

Ma non solo Morelli, chiaramente: rete ospedaliera, da riorganizzare valorizzando tutti i suoi presidi, da Sondalo, passando per Sondrio, Morbegno e Chiavenna, in una imprescindibile integrazione con i servizi sociali e socio sanitari e assistenziali da costruire e implementare.

Attori protagonisti

«Ecco perché – ribadiscono i sindacati confederali - chiediamo alle istituzioni, tutte, di tornare a essere attori protagonisti delle decisioni e opportunità che il territorio della provincia dovrà, unitariamente, proporre e rilanciare. A partire dalla Conferenza dei sindaci in primis e dal Tavolo provinciale sulla sanità, auspichiamo di venire coinvolti così da contribuire a una sintesi delle varie posizioni e proposte, perché possano venire presentate con forza e peso maggiore a Regione Lombardia».

Rete ospedaliera e territoriale la cui realizzazione, al netto delle enunciazioni e dei programmi, presenta molte criticità, a partire della drammatica carenza di personale. Personale che non si trova, o laddove presente, in molti casi se ne va a causa dell’incertezza della nostra sanità pubblica provinciale, della limitata attrattività delle strutture e di scelte che non sembrano rispondere ai bisogni effettivi.

«È il momento che tutte le forze, istituzioni e parti sociali, insieme ai suoi cittadini, rivendichino ed esercitino un forte ruolo, decisivo, nei confronti di Regione Lombardia su scelte e progetti che riguardano un tema, la sanità pubblica, di vitale importanza e di cui tutti dobbiamo rivendicare il diritto. Stiamo assistendo al fallimento delle politiche regionali, con un collasso delle strutture pubbliche a favore del privato, come sta avvenendo anche in provincia. Ultima è la notizia di una nuova esternalizzazione di un pronto soccorso: dopo quello di Sondalo, con tutto ciò che registriamo in termini di disservizi, anche il ps di Chiavenna, dal oggi sarà esternalizzato di notte a una cooperativa esterna. Per questo - concludono Cgil, Cis e Uil -, è fondamentale riprendere e rilanciare un confronto chiaro e franco, con tutti gli attori che devono assumersi le responsabilità delle proprie decisioni e azioni, perché non si assista inerti a ulteriori depotenziamenti della realtà sanitaria e socio sanitaria e assistenziale provinciale». R.Son.

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