I medici di base non ci sono. A Chiavenna ambulatorio per ottimizzare

Sanità Moratti ha inaugurato gli spazi a Chiavenna dove 3.500 pazienti sono senza un riferimento. «Insieme potranno fornire risposte più puntuali»

Un passaggio importante quello di ieri mattina, all’ospedale di Chiavenna con Letizia Moratti vicepresidente ed assessore regionale al Welfare, perché grande era l’attesa per il decollo del nuovo modello di organizzazione della Medicina generale destinato a prendere piede in Valchiavenna, in modo da sopperire il più possibile alla carenza perdurante dei medici.

Pazienti scoperti

Un tema ricorrente perché nonostante tutti gli sforzi fatti dall’Ats della Montagna per inserire nuovi medici sul territorio, resta una grossa fetta di popolazione, almeno 3.500 persone, ancora prive del loro medico di medicina generale di riferimento. Sopperiscono i medici attualmente in servizio, con grande disponibilità e slancio, ma hanno bisogno di rassicurazioni e di sentire la presenza e il supporto delle istituzioni.

«Ci siamo ormai gli spazi sono allestiti e a breve ci trasferiremo da via Dolzino dove siamo ora nei locali allestiti qui in ospedale da Asst Valtellina e Alto Lario - ci hanno assicurato ieri mattina Roberto Scaramellini, medico di base a Chiavenna e a Prata e presidente dell’assemblea distrettuale dei medici e Andrea Ferrari, suo collega a Chiavenna - e speriamo che presto altri colleghi si aggreghino a questa iniziativa sperimentale che piano piano progetto dopo progetto è destinata a prendere forma».

Due gli ambulatori medici allestiti nel seminterrato del padiglione 3, quello adiacente l’ingresso dell’ospedale che prima ospitava uffici amministrativi dove si alterneranno i sei medici di base per ora affiliati al progetto, ovvero Roberto Scaramellini, Andrea Ferrari, Domenico Chirico, Luca Del Giambattista, Gianluca Canella e Luigi Levi, oltre ad un ambulatorio infermieristico e ad un’ampia sala d’attesa, dove ieri Letizia Moratti affiancata da Raffaello Stradoni, direttore generale dell’Ats della Montagna e da Tommaso Saporito, direttore generale di Asst Valtellina e Alto Lario, ha accolto e si è confrontata con i medici di base e gli attori istituzionali presenti.

In primis Luca Della Bitta, sindaco di Chiavenna, quindi Davide Trussoni, presidente della Comunità montana Valchiavenna, Elena Del Re, assessore ai servizi sociali di Chiavenna, Gigliola Spelzini e Simona Pedrazzi, consiglieri regionali, oltre ad uno stuolo di operatori della sanità pubblica.

Progetto innovativo

«Quello che parte oggi è un progetto innovativo importante per la medicina territoriale - ha precisato Letizia Moratti - perché operando in team, più medici, affiancati da personale infermieristico e amministrativo, potranno fornire risposte ancora più puntuali alla cittadinanza locale. Ci sono carenze di medici, è noto purtroppo, ma lo sblocco di questa situazione, difficile risponde prima di tutto a scelte governative. Noi come Regione Lombardia abbiamo già presentato da tempo un pacchetto di proposte utili a sbloccare almeno parzialmente questa situazione e attendiamo risposte».

Convenzioni

Nel frattempo si intensificano le collaborazioni e si stipulano convenzioni con altre aziende ospedaliere situate addirittura fuori regione come è il caso della Radiologica di Chiavenna “appaltata” a medici dell’ospedale palermitano “Civica di Cristina Benfratelli”.

Una soluzione non a tutti a piaciuta, ma che per stessa ammissione degli amministratori pubblici intervenuti ieri «alla fine, è servita a sbloccare le liste d’attesa - ha riconosciuto Davide Trussoni, presidente dell’ente montano - con generale apprezzamento della popolazione, perché tutti si sono resi conto di essere di fronte a professionisti bravissimi».

Sempre più, quindi, il lavoro, sarà di squadra, in futuro, sia fra medici di base sia fra medici ospedalieri. Concetto ribadito, ieri, da Moratti, e già sposato, come detto, dai sei medici di base di Chiavenna.

© RIPRODUZIONE RISERVATA