Chiavenna, trattative per la caserma.
Il Comune fissa il prezzo: 893mila euro

Chiavenna L’edificio è degli anni 60, ora l’Arma intende acquisirlo. L’amministrazione Della Bitta incasserà soldi e non avrà più gli alti costi di manutenzione

Trattativa avviata per la cessione della caserma dei Carabinieri di Chiavenna. Nell’ambito del progetto “Casa del Carabiniere 2030” l’Arma ha comunicato all’amministrazione comunale, proprietaria del complesso di viale Maloggia, l’interesse ad acquistarlo. Chiedendo la disponibilità a trattare e una stima.

In queste settimane sono arrivate entrambe e la prospettiva per il Comune di Chiavenna è davvero allettante. Non solo perché entrerebbero soldi freschi in cassa, ma anche perché in futuro si eviterebbero ingenti investimenti per l’ammodernamento, ormai indispensabile, e per l’adeguamento alle normative. La perizia realizzata dall’ufficio tecnico comunale non è basata su valori di mercato. Si parla di un complesso con una destinazione ben precisa e immutabile, quella militare. Niente comparazione diretta con altri immobili presenti sul mercato. Si è scelto come criterio valutativo quello del “costo di costruzione”. Dopo qualche calcolo è emersa una cifra, che sarà la base per la trattativa. Si parla di una valutazione di 893mila euro. La Caserma dei Carabinieri di Chiavenna fu costruita dal Comune di Chiavenna all’inizio degli anni ’60 e fu soggetta a un intervento di ampliamento negli anni ’70. Tutto a carico delle casse comunali. Seguì un primo intervento di ristrutturazione alla fine degli anni ’80, mentre un decennio più tardi arrivarono quelli di abbattimento delle barriere architettoniche. Nel 2011 la metanizzazione e nel 2017 l’impianto centralizzato per l’acqua calda sanitaria.

Nonostante i diversi interventi «lo stato dell’immobile - si legge nella perizia - risente dell’epoca di costruzione: soprattutto lo stato dei serramenti interni ed esterni, delle finiture come pavimenti, rivestimenti, servizi igienici, degli impianti e della copertura, necessitano di notevoli interventi di miglioria e di adeguamento della funzionalità degli uffici e degli alloggi agli standard di efficientamento energetico attuali». Bisogna metterci mano, insomma.

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