Chiavenna, centinaia in piazza
«Fermate la guerra»

Manifestazione ieri in piazza Bertacchi organizzata da sette associazioni presenti in città

«Fuori la guerra dalla storia». Questo lo slogan scelto per “Uniti contro la guerra”, manifestazione che durante il pomeriggio di ieri un largo gruppo di associazioni della Valchiavenna ha voluto organizzare in piazza Bertacchi a Chiavenna per dire stop al conflitto che da ormai due settimane sta incendiando l’Ucraina.

Una dura condanna all’invasione russa dai circa 400 presenti in piazza ma anche una richiesta di far prevalere le trattative al suono delle bombe. Dal palco Lorenzo Scaramellini di “Restiamo umani” ha spiegato il senso dell’iniziativa patrocinata dall’amministrazione comunale e organizzata in collaborazione di Non solo merce, Circolo Arci mille papaveri rossi, comitato Insieme per l’ospedale, Emergency, Donne in rosa, Danza con noi e Caritas.

«Un momento di solidarietà verso il popolo ucraino e nei confronti di tutti i popoli colpiti dalla guerra, ma anche un momento che ci auspichiamo sia di crescita della cultura della pace per la popolazione» ha detto Scaramellini.

Canti, con le scelte ovvie di pezzi di Bob Dylan, Francesco Guccini e Fabrizio De Andrè, e testimonianze durante la giornata. Come quella di Giovanna Panzeri , che ha riassunto i risultati dell’iniziativa che mercoledì scorso ha interessato le scuole di ogni ordine e grado.

Una intera giornata che ha consentito la raccolta di moltissimi generali alimentari di pronto consumo e di oltre seimila euro. Tutto finito in mano alla Caritas, che sta coordinando gli aiuti valchiavennaschi e che ieri mattina ha inviato verso il confine tra Ucraina e Romania il primo tir da 20 tonnellate.

«Una giornata significativa di sensibilizzazione alla pace, espressione di concreta solidarietà verso le popolazioni in sofferenza per la guerra - ha aggiunto Panzeri - . Più che mai è oggi importante promuovere la cultura della pace ed educare i giovani alla partecipazione attiva non violenta. La risposta degli istituti scolastici è stata unanime. Le tre parole d’ordine che abbiamo scelto sono state solidarietà, partecipazione e speranza».

Anche durante la giornata di ieri è proseguita la raccolta di aiuti, questa volta sotto forma di donazioni, così come il coinvolgimento dei bambini che hanno avuto a disposizione fogli e colori per arricchire la piazza di messaggi. Una piazza già colorata da tante bandiere della pace e manifesti. Dalla richiesta di accoglienza per ogni persona in fuga, non solo dall’Ucraina, alla richiesta di democratizzazione dell’Onu con l’eliminazione del diritto di veto da parte dei membri permanenti del consiglio di sicurezza dell’organizzazione. Ognuno ha portato il suo messaggio, ma nemmeno lontanamente si è visto qualcosa che somigliasse a slogan interpretabili come equidistanti tra chi ha aggredito e chi ha subito l’invasione. Sul palco anche Chiara e Flavio di Emergency, il cui fondatore recentemente scomparso Gino Strada è stato ricordato da molti cartelli con la sua frase “Io non sono pacifista, sono contro la guerra”, che hanno ricordato le parole di Albert Einstein sull’assurdità della guerra, che «non si può umanizzare, ma solo abolire».

Reazione notevole

La reazione della Valchiavenna alla crisi internazionale apertasi nel cuore d’Europa è stata notevole, soprattutto nella grande corsa agli aiuti di queste due settimane per fronteggiare quella che è anche e soprattutto un’emergenza umanitaria.

Anche grazie all’impegno delle quattro ragazze ucraine residenti a Chiavenna che fin da subito si sono mobilitate e «che abbiamo imparato a conoscere e che ci hanno consentito di comprendere cosa sta vivendo quel popolo» ha spiegato Scaramellini. Come proseguirà la mobilitazione dipenderà molto dallo sviluppo della situazione a est.

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