Bloccata nel lago gelido
Femmina di capriolo
salvata dai vigili del fuoco

Tre ore di intervento per recuperare l’animale finito nelle acque del lago di Isola e poi intrappolata nella neve fresca

Uno stupendo esemplare di capriolo, femmina, di età stimata in almeno due anni, è stata salvata, ieri pomeriggio, dalle acque gelide della diga A2A di Isola da Madesimo. Magistrale, ma impegnativo, l’intervento di salvataggio dei vigili del fuoco Volontari di Madesimo, guidati da Stefano Vavassori, che nell’occasione ha ceduto il testimone, per incombenze lavorative, al caposquadra Simone Curti.

Loro, i salvatori, in cinque, sul ciglio della diga di Isola, con Ettore Mozzetti, della Polizia provinciale di Sondrio, e gli addetti alla sicurezza dello sbarramento, i tecnici di A2A, lei, la capriola, venticinque metri più sotto, a dimenarsi fra neve e ghiaccio e, poi, a nuotare freneticamente nell’acqua gelida per cercare di salvarsi.

Ma senza l’aiuto dei soccorritori, non sarebbe uscita viva dalla situazione in cui si era infilata intorno alle 15.30 di ieri, affondando in un metro e 65 cm di neve.

«Forse si è spaventata - dice Simone Curti - per via del passaggio dei mezzi spazzaneve sulla provinciale e, magari, si è spostata verso il centro del lago pensando di affondare nella neve, non nell’acqua».

Ha pagato, forse, l’inesperienza, il fatto di essere alla sua seconda stagione invernale, vissuta in libertà, come fa una capriola, e come fanno tutti i selvatici che, pure, stanno affrontando con difficoltà questo durissimo anticipo di inverno. Questo esemplare, tuttavia, ha avuto la fortuna di salvarsi grazie al tempestivo intervento delle Guardie venatorie e dei vigili del fuoco. Circa tre ore è durato l’intervento di recupero in diga.

«Non è stato semplice - assicura Curti -. Si è trattato di calarsi con le corde fino al pelo dell’acqua, e, poi, cercare di immobilizzare l’animale e imbragarlo per issarlo per venti metri». L’animale è giunto in ipotermia, con danni muscolari da sforzo, ma funzioni vitali buone. È scaldata con lampade apposite, sottoposta ad antichoc a base di cortisone ed a fluidoterapia calda in vena. Oltre alle radiografie per capire se ha danni interni. Poi verrà portata Ponte, in osservazione. Purtroppo è presto per dire se si salverà, perchè i danni muscolari si evidenziano col tempo Speriamo di no, sembra un esemplare forte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA