Addio a Vaninetti. «Uomo di sport, amava la montagna»

Delebio Il ricordo del pensionato cercatore di funghi trovato morto dopo due giorni nel bosco a Sacco. Presidente dello Sci club e del Comitato Alpi centrali

«Diceva sempre che non voleva andare in Svizzera a sciare, per non far tribolare i figli nel caso in cui gli fosse successo qualcosa, invece ha trovato la morte proprio qui, nei boschi di Sacco, suo paese d’origine. Da non credere».

A dirlo è Alberto Menghi, amico di vecchia data di Enrico Vaninetti, 84 anni, di Delebio, per anni titolare di una falegnameria a Regoledo, morto nei boschi di Sacco dove si era diretto, giovedì, per cercare funghi. Era in una zona impervia ed è scivolato per circa 70 metri, perdendo la vita.

E purtroppo i soccorsi non sono neppure scattati subito perché, vivendo da solo, nessuno ne aveva denunciato la scomparsa prima di sabato, quando i parenti giunti dal Lecchese, vicini di casa di Vaninetti a Delebio, si sono accorti che non c’era e che non rispondeva al telefono.

«Era in ottima forma»

«Spiace tantissimo quanto accaduto perché Enrico, nonostante l’età, era ancora in ottima forma - assicura Menghi -. Aveva avuto dei problemi di salute, ma ne era uscito bene, tant’è che lo scorso inverno siamo andati tutte le settimane a sciare a Santa Caterina, Aprica, e Madesimo. E a Santa Caterina aveva fatto anche un volo memorabile sugli sci, che aveva fatto temere il peggio, invece niente, neanche un graffio».

Era un grande appassionato dello sci, Enrico Vaninetti e come tale fra i fondatori nel 1970 del mitico Sci club Delebio insieme, fra gli altri, proprio a Menghi. «Insieme alla moglie, Enrica Grassi, mancata una decina di anni fa - ricorda Menghi -, anche lei addentro nelle vicende sportive del paese, in particolare colonna del mondo della pallavolo e della pallacanestro, Enrico aveva dato molto allo sport. Lo sci era il suo pallino e non so quanti corsi per bambini e ragazzi ha organizzato in tutti questi anni».

E ancora: «Come Sci club Delebio attingevamo anche dai bacini di Cosio Valtellino, Rogolo, Piantedo, Nuova Olonio e persino Novate Mezzola e Verceia, perché facevamo il pullman per raggiungere Campodolcino e salire a Motta per i corsi. Una cosa andata avanti per anni. Generazioni di bambini hanno sciato con noi e lui, Enrico, aveva messo su una squadra competitiva che gareggiava a livello provinciale e regionale. Era entrato anche negli organismi provinciali della Fisi e nel Comitato Alpi centrali ed era stato anche presidente dello Sci club». In particolare lo aveva presieduto per sette anni, prima dal 1982 al 1986, poi dal 1988 al 1990.

«Sono onorato di aver dato il mio contributo nel ruolo di presidente per due mandati - scriveva lo stesso Vaninetti nel libro dedicato ai 50 anni del Club - e ho, con grande piacere, contribuito a dar voce allo Sci club anche in sede provinciale dove, per tre cicli olimpici, ho svolto il ruolo di consigliere nella Federazione sport invernali».

Organizzava i corsi

Dal 2008 lo Sci club è parte integrante dell’Unione sportiva Delebio, ma tanti piccoli corsisti si ricordano di Vaninetti, nonostante siano passati tanti anni da quando, in corriera, raggiungevano Motta.

«Ero fra loro e, anche se andavo solo alle elementari, ricordo la figura di Enrico Vaninetti - dice Tania Casartelli, consigliere comunale a Delebio -. Era una persona pacata, cordiale, disponibile, che ha dato tanto ai bambini e ragazzi di Delebio dal punto di vista sportivo, in particolare nello sci. Come amministrazione siamo vicini alla sua famiglia, ai figli, ai fratelli, ai parenti, per questo epilogo così drammatico».

Una vicinanza espressa anche dal sindaco, Erica Alberti, che sottolinea essere, quella di Enrico Vaninetti «una perdita importante per il paese - dice - perché, lui, per Delebio, c’è sempre stato. Con discrezione, ma presente e attivo. E quanto accaduto a Sacco, ha colpito proprio tutti».

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