La frana del Ruinon
«Una colata di detriti
non prevedibile»

Valfurva Il vicesindaco Bellotti parla di «eccezionalità»

Valfurva

Il movimento del Ruinon, in Valfurva, è stato definito un malato terminale al quale vengono somministrate delle cure palliative magari in attesa che accada l’irreparabile. Un’immagine tanto eloquente quanto forte - e purtroppo anche attuale, spostandola in ambito sanitario - quella descritta dall’operatore di Valfurva Alberto Pedranzini, in passato referente della locale Pro loco, che ha immortalato pensieri e immagini di una frana, di una realtà e di un isolamento per i quali in Valfurva molti oramai faticano a vedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. La strada da Sant’Antonio a Santa Caterina Valfurva è infatti ancora chiusa - di nuovo e a poche ore dalla riapertura h 24 avvenuta il 22 ottobre scorso - a seguito delle ingenti precipitazioni registrate in Alta Valle lunedì pomeriggio.

Notevoli le colate di materiale - fango misto ad acqua e massi - che hanno ostruito il vallo a poche ore dal suo svuotamento con conseguente allerta e segnalazione di pericolo da parte del georadar che monitora la frana e semafori rossi con stop al transito. «Le colate di materiale che lunedì hanno invaso il vallo - ha spiegato ieri sera il vicesindaco Luca Bellotti - si sono fermate. Stanno proseguendo i lavori per consentire all’ente gestore della strada (la Provincia di Sondrio) di poter riaprire, almeno nelle ore diurne, la strada provinciale 29 del Gavia». E forse - ma il condizionale è d’obbligo - la percorribilità della strada potrà essere garantita già da oggi ma nulla è certo.

Nel frattempo, in paese ma non solo, lo scoramento sembra avere il sopravvento con numerose persone sfiduciate sul domani che postano commenti sui social e che, quotidianamente, si “scontrano” con un fenomeno naturale oramai completamente “fuori controllo”. Anche Bellotti - da precisare che l’amministrazione comunale, nell’attuale situazione, non ha competenza in materia - non nasconde l’eccezionalità della situazione, «con quelle colate di materiale caduto a valle da quindici giorni a questa parte - ha commentato - che nessun tecnico avrebbe potuto prevedere. Siamo di fronte alla potenza della natura ma anche dinnanzi ad una situazione “burocratica” difficile. Non si può pensare al futuro di fronte a queste incertezze, sia dal punto di vista sociale - dal paese di Santa Caterina all’intero Comune -, sia per quanto concerne il turismo con una stazione invernale alle porte ma anche con una primavera di possibili piogge già all’orizzonte».

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