Cronaca / Tirano e Alta valle
Venerdì 13 Maggio 2016
Profughi ad Aprica, 300 firmano per cacciarli
Il sindaco Cioccarelli: «Adesso mi presenterò dal prefetto “armata” dei nomi dei miei concittadini»
Forse mai la sala congressi del centro direzionale di Aprica è stata gremita di aprichesi di ogni età e professione per affrontare in un dibattito aperto la questione dell’accoglienza dei profughi nella località. La massiccia partecipazione e la raccolta ad ora di 300 firme sono il primo dato saltato all’occhio in un periodo in cui pochi argomenti paiono scuotere l’interesse della cittadinanza.
E proprio sull’affluenza contava il sindaco di Aprica, Carla Cioccarelli, che ha annunciato di voler presentare, «armata di firme», al Prefetto di Sondrio la richiesta di Aprica – o, più precisamente, della maggioranza di Aprica – di spostare i profughi distribuendoli meglio sul territorio del Tiranese o provinciale. «Ho bisogno di capire se il paese è in linea con l’amministrazione».
Oltre ad una questione turistica e di sicurezza, Cioccarelli ha toccato anche il tasto legato al «business» dell’operazione profughi. I gestori percepiscono per convenzione 35 euro a persona al giorno, ovvero (considerando 70 profughi) 2.450 euro al giorno, 73.500 euro al mese, 894.250 mila euro all’anno. «Non so se ci sia qualche azienda ad Aprica che faccia questo fatturato!», ha sbottato il sindaco raccogliendo il primo applauso della serata. Cioccarelli ha detto di essere disposta ad accogliere un numero piccolo di migranti, non settanta, e di aver rifiutato la ripetuta richiesta di residenza di alcuni di loro, perché «se, per caso, i 35 euro al giorno dovessero venire a mancare, in futuro dovrebbe essere il Comune ad aiutarli in qualità di cittadini indigenti».
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