«Non è colpa del reddito di cittadinanza
Pagate di più e i giovani arriveranno»

La polemica I sindacati replicano al sindaco di Livigno Galli sulla carenza di manodopera. «Le sue dichiarazioni preoccupano. Oltre agli stipendi bassi, c’è il problema degli alloggi»

Il problema della mancanza di personale in Alta Valle secondo i sindacati non è per nulla frutto del reddito di cittadinanza, causa evidenziata dal sindaco di Livigno, Remo Galli , nel suo ruolo di vice presidente della Comunità montana Alta Valle di Bormio, ma ha ragioni diverse: le paghe basse e una ragione più atavica, la cronica difficoltà nel reperire l’alloggio che hanno i lavoratori in questa zona del territorio provinciale.

Le segreterie territoriali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil manifestano, oltre al disappunto, anche alcune considerazioni di merito dopo le dichiarazioni del primo cittadino di Livigno, secondo il quale il reddito di cittadinanza non è neppure educativo perché insegna ai giovani a stare a casa piuttosto che cercarsi un posto di lavoro.

«Il sindaco del Comune di Livigno, stigmatizza la difficoltà nel reperimento della manodopera a causa del reddito di cittadinanza, facendo addirittura un parallelismo tra il reddito di cittadinanza e l’assenza dei giovani valtellinesi nel mercato del lavoro territoriale estivo - afferma la nota sindacale -. In un Paese libero, si badi bene, è garantita la libertà di pensiero, ma quando il pensiero viene dal primo cittadino di un Comune assai rilevante nel panorama provinciale occorre puntualizzare».

I firmatari della nota portano dati concreti per sostenere la propria posizione.

«Partendo da un dato certificato dall’Osservatorio provinciale sul mercato del lavoro: le retribuzioni in provincia di Sondrio sono le più basse di tutta la Lombardia con un differenziale di 2 euro ora (più di 300 euro mensili) per il tempo indeterminato e del 21% sul tempo determinato. Le dichiarazione del sindaco di Livigno preoccupano e preoccupano molto in quanto lasciano trasparire una forma mentis (speriamo non largamente condivisa dal tessuto imprenditoriale) atta a scaricare sulla recente riforma d’inclusione sociale, percepito da circa 1, 2 milioni di cittadini su 60milioni, le responsabilità di scelte tutte imprenditoriali degli ultimi due decenni di sacrificare la qualità degli operatori con il contenimento dei costi del personale. Ma ancor più grave è il fatto che tali dichiarazioni “sterilizzano” di fatto ogni discussione e confronto necessario per affrontare il problema comune a più settori produttivi ed assistenziali».

Se l’Alta Valle ha sempre avuto una vasta offerta di posti di lavoro, il tallone di Achille dell’offerta è sempre stata la difficoltà nel poter garantire al lavoratore un alloggio. Lo sottolineano i sindacati.

«A ciò si aggiunge un vero problema, un problema sostanziale al fine della “sostenibilità” del reddito da lavoro dipendente verso i costi di vita: l’alloggio. L’alloggio nel bellissimo ambito comunale di Livigno è un problema con diverse sfaccettature che certamente il sindaco di Livigno conoscerà molto bene. Nemmeno l’evento olimpico è stato sfruttato per dare un segnale: cioè la destinazione delle dimore realizzabili per il “villaggio olimpico”, a prezzi calmierati, in favore del personale dipendente. Confidiamo che queste brevi e certamente non esaustive considerazioni abbiano la capacità di far avviare un confronto serio, onesto intellettualmente e allargato al fine d’affrontare tale problematica in maniera produttiva».

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