«Morelli, chiusure solo temporanee»

Sanità Le rassicurazioni di Saporito dopo il caso della paziente a cui era stato ipotizzato il trasferimento a Sondrio

«L’ospedale Morelli non chiuderà. La sospensione temporanea di alcuni servizi è determinata esclusivamente dalla carenza di personale e questi servizi verranno riattivati non appena riusciremo a reclutare i medici specialisti di cui necessitiamo».

Il caso della paziente

Parola di Tommaso Saporito, direttore generale di Asst Valtellina e Alto Lario, che ieri non ha esitato ad entrare a gamba tesa nello spinoso argomento della situazione emergenziale in cui versa la sanità ospedaliera (e non solo) della nostra provincia, per effetto della cronica carenza di personale medico, infermieristico e di supporto.

«Esistono delle difficoltà evidenti che siamo impegnati a superare - non nega Saporito - ma è noto che l’indirizzo di Regione Lombardia consiste nel garantire la piena efficienza dell’ospedale Morelli e in questo senso siamo impegnati. Se alcuni servizi sono al momento sospesi, è solo a causa della carenza di personale che stiamo lavorando a superare. Per questo dico che creare allarmismo non giova alla popolazione, né soprattutto ai 960 dipendenti dell’ospedale di Sondalo che, con impegno, garantiscono l’efficienza dei servizi».

L’uscita del direttore generale segue l’ennesima denuncia, giunta l’altro ieri da cinque pazienti dell’Alta Valtellina cui era stata annunciata la necessità di convergere su Sondrio, da settembre, per sottoporsi alle cure con farmaci monoclonali contro la sclerosi multipla.

A sollevare il problema era stata Michela Bonasegale, di Santa Caterina Valfurva, che con altre cinque donne ogni 28 giorni raggiunge Sondalo per sottoporsi all’infusione del farmaco, per la quale occorre la supervisione del neurologo.

«La presenza in servizio di due soli neurologi per tutta l’azienda sui tre in organico - precisa Tommaso Saporito - sta creando difficoltà anche all’attività ambulatoriale per i malati di sclerosi multipla, circa 230 in tutta la provincia di Sondrio. Nel capoluogo, dove vengono curati 180 pazienti, l’ambulatorio è aperto tutti i giorni, mentre a Sondalo, dove confluiscono i malati di sclerosi multipla dell’Alta Valle, una cinquantina, di cui cinque curati con i farmaci monoclonali, esistono difficoltà oggettive a garantire la presenza di uno dei due neurologi in servizio. Difficoltà delle quali abbiamo discusso con i medici. Nel confronto interno, fra le varie soluzioni emerse era stato valutato anche lo spostamento dei pazienti a Sondrio, ma si trattava solo di un’ipotesi, una delle tante che, incautamente, è stata anticipata alla paziente la quale si è giustamente allarmata. Ma non ce n’è motivo, perché abbiamo individuato una diversa organizzazione, per cui la signora Michela e gli altri pazienti continueranno ad eseguire la speciale terapia a Sondalo».

Il problema pare rientrato, quindi, ma purtroppo situazioni nuove e critiche si producono ormai ogni giorno, in Asst.

Crisi post pandemica

«La situazione post pandemica è difficile, per cui dobbiamo intervenire man mano che i problemi si presentano - dice Saporito -. Tuttavia i cittadini devono sapere che il nostro personale sta dando prova di serietà, professionalità e dedizione al lavoro fuori dal comune. Per il bene di pazienti e utenti si sta prodigando, rinunciando a giorni di riposo, rendendosi disponibile a turni aggiuntivi. Ma c’è anche un problema legato alla sicurezza dei medici e dei pazienti, che nelle ultime settimane ci ha visti costretti a sospendere temporaneamente alcuni servizi».

Emblematico il caso della task force contro l’ictus, la stroke unit di Neurologia, sospesa dal 16 luglio con i pazienti dirottati al Niguarda che, una volta stabilizzati, tornano a Sondrio per completare le cure.

«E’ una situazione temporanea perché con l’autunno - dice il direttore generale - riusciremo ad avere in servizio altri neurologi».

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