Monossido, famiglia intossicata a Livigno. Gravi i due figli grandi

In una villetta Tragedia sfiorata ieri mattina in paese. L’allarme dato alle 8 dai genitori in preda a malessere. I ragazzi sono in camera iperbarica al Papa Giovanni

Tragedia sfiorata ieri a Livigno, un’intera famiglia del posto è rimasta intossicata dal monossido di carbonio e due ragazzi sono ora ricoverati in gravi condizioni all’ospedale Papa Giovanni XXIII, trattati con ossigeno iperbarico, la prognosi è riservata.

Due ragazzi svenuti

L’allarme è scattato attorno alle 8 di ieri mattina in una villetta del piccolo Tibet, a lanciarlo il 56enne proprietario di casa. Lui e la moglie si sono svegliati e hanno accusato sintomi importanti, giramenti di testa e nausea soprattutto, e hanno capito che qualcosa non andasse. Quando sono andati nelle camere dei figli, sono riusciti a svegliare il più piccolo, che non si sentiva bene e manifestava gli stessi problemi, mentre i due figli più grandi, di 24 e 26 anni, non davano segni di vita. In preda al panico, hanno chiamato i soccorsi.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, e mentre mamma, papà e il ragazzino sono stati trasportati in ambulanza all’ospedale Morelli di Sondalo, i due ragazzi sono stati elitrasportati d’urgenza all’ospedale Papa Giovanni XXIII, dove sono stati ricoverati in prognosi riservata. I medici che li hanno presi in cura hanno subito attivato le terapie necessarie in questi casi e i due giovani si trovano ora in camere iperbariche per la somministrazione di ossigeno al 100%.

Da quanto appreso, le loro condizioni sarebbero serie ma non dovrebbero essere in pericolo di vita. Per avere notizie sulle loro condizioni di salute, però, sarà necessario attendere i prossimi giorni e capire se il trattamento con l’ossigeno iperbarico darà i frutti sperati nel combattere la grave intossicazione da monossido di carbonio riportata.

Indagini sulla stufa

Gli altri tre componenti della famiglia, invece, stanno meglio, dopo le cure prestate dai medici all’ospedale Morelli di Sondalo ieri si è parlato anche delle loro dimissioni, che dovrebbero avvenire a breve. Se la sono cavata con sintomi decisamente più lievi, non hanno perso conoscenza e, quindi, si rimetteranno completamente.

Sul posto, nella villetta abitata dalla famiglia livignasca, ieri mattina sono intervenuti, oltre ai sanitari del 118 per i soccorsi del caso, anche i vigili del fuoco del distaccamento di Valdisotto per gli accertamenti relativi alla fuga di gas e i carabinieri della Stazione di Livigno, che ora indagano sull’accaduto con il supporto tecnico dei pompieri. La causa dell’intossicazione sembra già essere stata accertata: tutto sarebbe da imputare a una stufa a legna accesa per scaldare gli ambienti. Secondo i primi accertamenti, infatti, la perdita sarebbe dovuta a un malfunzionamento della canna fumaria della grande stufa, che ora è stata posta sotto sequestro da parte dei carabinieri ai fini delle indagini in corso. La villetta, invece, è stata dichiarata agibile.

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